Carlo Tavecchio, presidente dimissionario della FIGC, ha parlato in conferenza stampa: "Ho rassegnato le dimissioni, e come mero atto politico ho chiesto quelle del consiglio federale. Nessuno le ha rassegnate, sono rimaste le mie. Siamo arrivati ad un punto di speculazione che ha raggiunto limiti impossibili. La Serie C non è stata mai alleata nella maggioranza, addirittura mi si era mandato un documento programmatico da allegare nella riunione della settimana scorsa. Io in assoluta buona fede e totale sincerità l'avevo interpretato in positivo e non in negativo. Un dirigente sportivoche si permette di prendere decisione gravi, quando il fornitore più importante del sistema calcio è assente, quando la Serie A e B non ci sono. Oggi siamo al 19, gli otto giorni della tragedia del calcio italiano. Sono stato costretto ad accettare il commissariamento della Lega di Serie A per evitare che arrivassero altri da fuori, non per Carlo Tavecchio. Noi riverenze non ne facciamo a nessuno".
"Quando oggi ho avuto la sensazione che la mia componente che ho trovato in una certa maniera e consegnato in un'altra, ha fatto cosniderazioni che non promettevano un sostegno, non ci ho pensato un istante e ho dato le dimissioni per un fatto politico e non sportivo. Non avevo scelto Ventura, come detto da Malagò, l'aveva fatto Lippi. Le riforme non possono essere fatte per un campo da calcio. Individuate i risultati delle altre federazioni. Volevo il VAR dal 2014, prima di me solo Biscardi. Ho portato Uva alla vicepresidenza Uefa, l'Italia ad avere quattro squadre in Champions. Da 44 anni non ho mai ritirato un'indennità. L'unico mio interesse è far bene in questi 90 giorni. Io chiedevo di spostare questa attenzione di 10/15 giorni. C'era davvero bisogno di un nuovo Ct? Ho palrato con grandi allenatori tutti impegnati, nessuno gli metta in bocca che non sarebbero venuti per Tavecchio, ho parlato con tutti. Abbiamo attivato i centri federali, sviluppato il calcio femminile, un equilibrio di bilancio da far invidia a chi è quotato in borsa. Gli italiani meritavano di andare al Mondiale, sono un popolo per bene. Io ce l'ho messa tutta".