Non c’è parola che possa consolare, nessuna persona che riesca a rendere meno difficile quello che probabilmente sarà il momento più duro della sua carriera. La notte di Kiev è anche la notte degli orrori di Loris Karius, che ieri in pochi conoscevano e ora tutti condannano.
La partita più importante della storia recente del Liverpool è finita tra le lacrime, quelle del portiere tedesco hanno fatto male anche agli avversari. Non c’è gioia nel dolore di un ragazzo di 25 anni che vede le dita di tutto il mondo puntate su di sé per due errori incredibili, inspiegabili.
Sembrava che persino Benzema prima e Bale poi - dopo il terzo gol - volessero esultare in maniera moderata, quasi rispettosa per non creare altro disagio a un portiere che quasi da solo ha condannato la sua squadra. Il ruolo del numero uno è spesso il più difficile, si dice spesso ed è davvero così: devi faticare di più, avere le spalle più larghe di tutti, caricarti il peso di una responsabilità che dovrebbe essere condivisa da tutto il gruppo. E devi farlo da solo, non c’è nessuno che possa aiutarti o possa davvero capirti.
Così i giocatori del Real hanno avuto la sensibilità di avvicinarsi a lui dopo il 90’ mentre quelli del Liverpool ci hanno messo un po’ di più, ancora increduli per ciò che era accaduto. Un Karius inconsolabile ha così dovuto risollevare la testa e condividere il suo dramma sportivo con i tifosi, senza la paura di prendersi altri fischi da quelli che dovrebbero sempre solo sostenerti.
Il popolo Reds presente in curva ha risposto con un applauso, sincero, a denti stretti. Ha capito quello che stava vivendo il portiere, quello che mai probabilmente riuscirà a dimenticare. Da una parte un applauso (che sia di un avversario o di un tuo tifoso), dall’altra però ci sarà sempre una presa in giro per ricordarti quei due errori madornali. Per riuscire ad andare oltre ci vuole una forza non indifferente.
La testa bassa, gli occhi persi e le lacrime che non si possono fermare. Così si è conclusa la serata da incubo di un protagonista inatteso di questa finale.
Chi osserva il suo dolore non resta indifferente e il sentimento è forse più forte della grande gioia provata dai tifosi del Real nel vedere la propria squadra sollevare ancora una volta al cielo il trofeo che da tre anni non ha altri padroni. Liverpool intanto piange, a tutta la squadra servirà del tempo per allontanare i fantasmi, a Karius certamente ne servirà molto di più.