Se solo potesse tornare indietro gli basterebbe poco per ritrovarsi ora nell’Olimpo dei più grandi: “Avrei dovuto giusto cambiare atteggiamento, avere più personalità”. Già perché a Simone Del Nero le capacità tecniche non sono mai mancate: “Sono il mio punto forte, insieme ai doppi passi, che ho iniziato a fare guardando Ronaldo alla tv, era il mio Dio”. Non ha mai smesso di farli, nemmeno adesso che dalla Serie A è passato alla D: “Certo ora sono un po’ più lento- Racconta ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com - ma qualche giovanotto che ancora ci casca lo trovo”. Pensa a come sarebbe potuta andare Del Nero, ma guarda al presente con entusiasmo: “Alla Massese sto bene, sono tornato dopo l’esperienza dello scorso anno alla Carrarese. Conosco l’ambiente e non ha avuto nessun problema a inserirmi di nuovo. E poi sono vicino alla mia famiglia…”. Già, il motivo che nel 2013 lo ha spinto ad iniziare l’avventura in D: “Non volevo sacrificare i miei affetti per qualcosa che il calcio mi aveva già dato. Il pallone è stato il mio lavoro fino a qualche anno fa, adesso è passione e divertimento”. Gli basta poco per sentirsi vivo: un campo, dei compagni e un pallone. Magari anche un gol, come quello segnato nell’ultimo turno di campionato, anche se “in questa categoria faccio più fatica rispetto alle altre a dire il vero, perché c’è tanta corsa ed è pieno di giovani vogliosi di mettersi in mostra. Quindi, per me che sono un veterano è un po’ complicato…”.
"Con la personalità di Ledesma ora sarei campione del mondo"
Sincero, senza peli sulla lingua, anche quando parla del passato: “Se solo avessi avuto la personalità di Ledesma adesso sarei campione del mondo come i miei ex compagni di Nazionale”. La classe del 2004, quelli dell’Europeo Under 21 vinto. Tanti giovani promettenti, tanto talento. In mezzo lui. Protagonista di una stagione positiva con il Brescia e con gli azzurrini campioni. Un anno d’oro: “E chi se la dimentica quella stagione… Peccato per i solito problemi fisici che mi hanno frenato. Mi ricordo che ho dovuto giocare per diverso tempo con delle infiltrazioni per andare avanti, ma non potevo permettermi di fermarmi”. Infatti è sempre andato avanti. Sulla sua strada tanti campioni, ma uno più di tutti: “Quando lo dico rimangono tutti sorpresi, ma il più forte secondo me è stato Matuzalem. Un giocatore completo che avrebbe potuto tranquillamente indossare le maglie di Real Madrid e Barcellona”. Compagno nel Brescia e anche alla Lazio: “In biancoceleste potevo dare di più, ma mi sono anche tolto molte soddisfazioni. Il ricordo più bello? Sicuramente la Champions: un’emozione unica. E poi quanti amici ho trovato… Cribari, Rocchi, un gruppo stupendo, alcuni li sento ancora adesso. Simone Inzaghi? Mi aspettavo diventasse un bravo allenatore, si vedeva già quando guidava la Primavera che aveva la stoffa per fare bene”.
"Tornare indietro? Magari..."
Tanti bei ricordi, ma anche un grande rimpianto: “All’epoca mi ha frenato un po’ la testa, mi sobbarcavo troppe responsabilità, ero troppo ansioso” Ci pensa spesso Del Nero a questa possibilità: “Tornare indietro? Eh magari si potesse…”. Ma nel caso non avrebbe dubbi su cosa cambiare: “L’atteggiamento, dovevo essere più libero, avere una personalità più forte”.Niente macchina del tempo, ma a Del nero basta poco per ritrovare il sorriso: “Quando gioco mi diverto, il calcio è la mia vita, quindi finché mi reggeranno le gambe correrò dietro ad un pallone”. E il futuro?: “Ho il patentino da allenatore, ma non so se è quello che vorrò fare, in caso mi piacerebbe allenare i bambini per insegnarli i veri valori di questo sport. Intanto sto portando avanti un progetto di Network Marketing con cui sto sviluppando la più grande shopping community del mondo”. Punta in alto Del Nero, come ha sempre fatto. Impossibile cancellare gli errori del passato, ma si può sempre guardare avanti. Magari con gli occhi di chi ha visto tanto e non ha mai mollato, nonostante tutto.