In attesa che riprenda il campionato, l'attaccante del Milan Rafael Leao ha rilasciato un'intervista in esclusiva a Sky Sport. Il portoghese si è raccontato a tuttotondo, parlando della sua passione per la musica e del suo attaccamento alla maglia rossonera.
Milan, l'intervista di Leao a Sky Sport
In apertura Leao ha parlato delle sue due passioni, musica e calcio. "Mi piace parlare di tutti e due, sono le mie passioni. Sono due modi per esprimersi, il calcio col sorriso quando entro in campo, la musica con le parole di motivazione che faccio sentire agli altri".
Il portoghese si è poi concentrato sul suo legame con la musica: "La musica mi piace da sempre. Mio papà era cantante, mio zio era dj, quindi la musica mi è stata sempre vicina. Ho cominciato a cantare in quarantena, perché sono rimasto un mese a casa. Secondo me è stata una cosa buona, perché io non sono uno che parla molto, quindi ho cominciato a scrivere un po' di cose della mia vita, del momento difficile, della mia famiglia".
L'attaccante ha poi spiegato qual è il messaggio che vuole trasmettere con la sua musica: "Semplice, mai arrendersi. 5 anni fa ero un bambino, ero in Francia, oggi sono un giocatore importante e gioco in uno dei migliori club del mondo".
Fondamentale per la sua carriera è stata l'esperienza a Lisbona con lo Sporting: "Stavo facendo bene, poi ho iniziato ad allenarmi con la prima squadra di Jorge Jesus. Lui normalmente non prendeva giocatori giovani, quindi nella mia testa pensavo che sarebbe stata difficile. Però ho cominciato ad allenarmi, lui mi è sempre stato vicino e mi ha dato consigli. Poi in una partita difficile di campionato contro il Porto sono stato convocato e sono anche andato in panchina. Sono andato a scaldarmi e l'allenatore mi ha detto che sarei entrato. Avevo 18 anni, non ero pronto. Prima di entrare nella mia testa pensavo: 'O oggi o mai'. Abbiamo perso, ma ho fatto gol, e da lì ho sentito che potevo fare qualcosa di importante. Poi sono stato infortunato, però l'allenatore mi ha dato fiducia e gli ho fatto vedere che c'ero".
Quanto alla stagione a Lille: "Dovevo parlare una nuova lingua, il campionato era diverso... Sono arrivato lì a parametro zero, c'erano delle persone che parlavano portoghese, però sono stato 5 mesi in panchina. E poi lì ho cominciato a pensare che non fosse stata la migliore scelta andare in Francia. Io ero troppo giovane, poi non vedevo mamma e papà tutti i giorni, abitavo da solo, ma quello mi ha fatto crescere. Però se fossi rimasto in Portogallo forse non sarei il giocatore che sono oggi a 24 anni".
Leao è scoppiato di gioia al gol di Simic contro il Monza: "È stata una sensazione incredibile, come se fossi stato io a segnare. È un ragazzo bravo, che ascolta consigli e anche altri della sua età, come Camarda, devono lavorare. Quando hai l'opportunità devi sfruttarla al massimo, sei a un passo dal raggiungere il tuo obiettivo. L'importante è essere pronto e lui lo è".
Sulle aspettative dei compagni, l'attaccante ha detto: "Sapere cosa i miei compagni si aspettano da me in campo lascia più motivazione per entrare in campo e fare la differenza, mi spinge a dare il meglio".
In Milan-Verona Leao ha indossato per la prima volta la fascia da capitano dal primo minuto: "Quella settimana lì era un momento così così, non stavamo vincendo le partite. Poi noi abbiamo sempre un meeting il giorno della partita e il mister ha detto: 'Non abbiamo Theo, non abbiamo Calabria, Rafa oggi sarà il capitano'. Non me l'aspettavo, però è quello che ha detto. È stato un orgoglio per me perché sono qua da tanto, il Milan mi ha aiutato a essere un giocatore di livello. Anche senza la fascia da capitano è una gioia giocare con la maglia del Milan. Speriamo di essere capitano più volte".
Dopodiché l'attaccante ha parlato della forte ammirazione che prova per un altro portoghese: "Il mio idolo è Cristiano Ronaldo. Posso arrivare ai suoi livelli, però io non sono un giocatore egoista. Posso fare gol, ma se c'è un compagno gliela passo. In questo momento i numeri fanno la differenza, perché Mbappé, Messi, Haaland, Ronaldo sono ad alti livelli, i numeri parlano per loro. Quindi quando metterò questa cosa qua nella mia testa per forza che arriverò a quei livelli".
Leao ha poi costruito la sua top 11, inserendosi nella formazione: "In questo momento sono fra i top, perché sto facendo bene e so che posso competere con gli altri. So che ci sono giocatori della mia età che sono a livelli più alti, però sì. 4-3-3, in porta Maignan. In difesa Cancelo, Rúben Dias, Thiago Silva e Theo Hernández. A centrocampo Bellingham, De Bruyne e Modric. In attacco Vinicius a destra, Leao a sinistra e Mbappé centravanti".
L'attaccante ha quindi parlato della pressione dei tifosi rossoneri: "Mi hanno messo pressione, ma una buona pressione. Loro a ogni partita potevano vedere cose diverse e mi hanno incoraggiato a fare sempre di più. Voglio ringraziare tutti i tifosi, perché senza di loro non sarei il giocatore che sono". Poi anche un breve commento sulla gonna indossata al Gran Galà del calcio: "Personalità".
“Con Pioli rapporto padre-figlio”
Leao ha parlato poi del rapporto con l’allenatore del Milan Stefano Pioli: "Tra di noi all’inizio il rapporto era un po’ strano. Io sono una persona a cui devi dire le cose giuste e in maniera diretta. Se mi parli 30 minuti non ti ascolto. Il suo approccio era aggressivo, io sono tranquillo e quindi devi saperti relazionare con me. Lui però mi ha capito ed è cambiato”.
L’attaccante del Milan racconta la svolta del rapporto con Pioli: “Mi chiamava spesso per chiedermi della mia famiglia, se avessi bisogno di qualcosa, del modo di giocare. Da lì è cambiato il nostro rapporto ed è diventata una relazione un po’ come tra papà e figlio. Quando vado in campo ho la responsabilità anche di giocare per ripagare la sua fiducia. Lui merita il meglio, mi ha aiutato a crescere come un uomo e mi ha responsabilizzato. Mi parla poco ma mi dice cose giuste".
“Cresciuto grazie ai consigli di Ibra”
Da Pioli a Ibra – tornato ora al Milan con un nuovo ruolo –, Leao racconta il suo rapporto con lo svedese: “Quando facevo buone partite lui non mi diceva niente, quando giocavo male invece lui mi parla e mi trasmetteva una pressione positiva. Quando sai che una persona ti parla per aiutarti, sai che ti vuole bene e quindi i consigli di Ibrahimovic mi hanno aiutato. Adesso con il suo ritorno mi aiuterà ancora di più, è fondamentale averlo con noi anche ora.
Dal campionato all’Europa League
Dal campionato all’Europa League, Leao fissa gli obiettivi del Milan per questo 2024. Il portoghese conferma di credere anche nella rimonta scudetto: “Il campionato è lungo ma per vincerlo non puoi lasciare troppi punti per strada. La squadra quest’anno è migliore dello scorso anno. Le ultime vittorie hanno alzato il morale del gruppo, vogliamo provare a vincere qualcosa di importante quest’anno. L’Europa League? Sì vogliamo vincerla, il nostro club non l’hai mai vinta. Ibra invece sì e ci trasmetterà l’esperienza per provare a vincere questo torneo”.
Leao torna a parlare del rinnovo di contratto con il Milan, arrivano nell’anno appena concluso: “La dirigenza sapeva che volevo rimanere al Milan almeno un altro anno anche per il progetto sportivo e per far vedere cosa valevo. Era solo una questione burocratica. L’immagine dello scudetto vinto nel 2021? Più che l’immagine dico la partita, quella contro la Lazio con il gol di Tonali. Dopo quella partita abbiamo capito che era scritto, era destino, sapevamo che avremmo vinto".