"Il gol al Milan è stato una ricompensa per lui, perché è un vero professionista. Guarda tutte le partite ed è sempre concentrato sul calcio". Esordisce così Yvan Le Mée, procuratore calcistico, agente anche di Michel Adopo del Torino, ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Nella nostra intervista, Le Mée ha parlato del percorso del centrocampista con la maglia granata, ma anche fatto delle riflessioni importanti sulla formazione dei giovani in Italia rispetto a Francia e Germania. Si è parlato anche del futuro di Ange-Yoan Bonny del Parma e Hamza Rafia della Juventus, altri due giocatori gestiti dalla Sport Profile.
Le Mée non nasconde anche un certo orgoglio per la serata da sogno vissuta da Adopo a San Siro: "Adopo ha lavorato tanto per arrivare a questo livello e a questa serata. La sua è una bella storia di calcio. E' un vero professionista, ha grande determinazione, parla italiano benissimo ma soprattutto gli piace il calcio italiano. Non passa tutto il giorno sui videogiochi, ma piuttosto guarda le partite. E' sempre concentratissimo sul calcio, per me è un orgoglio essere procuratore di un giocatore così".
Sul percorso fatto con il Torino quest'anno: "Juric l'ha provato quest'estate, ha fatto una bellissima partita contro il Nizza, poi ha lavorato con la squadra facendo qualche spezzone. Durante il Mondiale ha giocato tutte le amichevoli invernali e ha fatto bene, quindi penso che Juric abbia grande fiducia in lui. Anche perché lui ha un fisico incredibile, come piace a Juric. Sa come si gioca in un sistema italiano ed è un giocatore utile, perché è diverso da tutti gli altri centrocampista della rosa. La sua struttura fisica lo rende davvero interessante, ha anche una qualità tecnica importante".
Le Mée: "Parliamo con il Torino per il rinnovo di Adopo"
Parlando di rinnovo, ci sono tutte le intenzioni di continuare al Torino, ma con una condizione importante: "Parliamo con il Torino da qualche mese. Ci troviamo molto bene qui, i rapporti con l'allenatore e con la società sono bellissimi. L'intenzione è di andare avanti insieme, ma vorremmo anche la certezza che Michel possa avere spazio, perché è fondamentale per un giovane per raggiungere il massimo livello. Lui è classe 2000 come Kalulu, che gioca per l'U21 della Francia. Il suo sogno sarebbe arrivare a giocare con l'U21, dove il livello è altissimo".
Le Mée: "Clichy è passato dalla C francese alla Champions League in un anno"
Proprio parlando di Kalulu, Adopo e dei tantissimi giovani francesi emergenti, il discorso si sposta sui sistemi di formazione dei calciatori. Ci sono grandi differenze tra Italia e Francia: "In Francia ci sono meno pressioni. In Italia conta tanto la vittoria, il risultato. In Francia non c'è paura a inserire i giocatori in Ligue 1, anche perché ce ne sono tantissimi. I giovani sono importanti anche per le vendite e per i bilanci delle società. Se un giocatore è forte, gioca già a 18-19 anni, invece in Italia si passa prima da Serie C o Serie B. Kolo Muani giocava in C1, mentre due anni dopo ha giocato la finale di Coppa del mondo. Io mi sono occupato anche di Gael Clichy, che giocava a Cannes, in terza divisione francese, e poi ha fatto subito 20 partite da titolare nell'Arsenal di Wenger, giocando anche in Champions League. Il sistema italiano è un po' antico, bisogna fare più operazioni di mercato con i giovani, anche per i bilanci".
Citando un altro campionato, la Bundesliga, spicca l'exploit di Mathys Tel: "Ha giocato qualche partita con il Rennes e poi è andato direttamente al Bayern Monaco. E sta giocando più al Bayern Monaco rispetto a quanto giocasse al Rennes, è incredibile" - dice Le Mée - "Le squadre tedesche sono tra le migliori per far giocare i giovani. Un ragazzo che ha qualità deve giocare, non deve contare l'età. Magari si perde qualche punto in alcune partite, ma se non si fanno giocare i giovani di qualità poi magari vanno via e non va bene per nessuno".
Le Mée: "Il pregio dell'Italia è che i giovani lavorano tantissimo in allenamento"
Ma il calcio italiano ha comunque i suoi pregi nella formazione e nello sviluppo dei giovani calciatori: "Sicuramente in Italia si fa un grande lavoro in allenamento con i giovani, su questo il livello è alto. In Germania e in Francia sappiamo quanto li facciano giocare, mentre in Spagna non fanno un grande lavoro. Ciò che mi piace dell'Italia, e l'ho notato quando ho portato Lemina alla Juve o tanti giocatori all'Udinese, è che sicuramente un giovane fa un lavoro incredibile in allenamento, ma il campo e le partite sono un'altra cosa".
Le Mée: "Rafia lascerà la Juventus, cerchiamo una società in Italia"
A proposito di Italia e calciatori di qualità, che però hanno trovato poco spazio nel recente passato, Le Mée ha parlato anche della situazione di Hamza Rafia della Juventus: "Era un gioiello del Lione, la Juventus ha fatto un investimento importante per prenderlo perché aveva una qualità tecnica importante. Ha fatto una grande evoluzione lavorando alla Juventus, ha avuto occasione di allenarsi con Allegri e di giocare in Coppa Italia, ma poi è stato sfortunato con i prestiti che ha fatto. A Liegi hanno cambiato allenatore dopo che è arrivato, e a Cremona c'era un contesto già molto competitivo e rodato, che si giocava la Serie A".
Ma il futuro può presentare nuove importanti opportunità: "Ha solo 23 anni, ha anche giocato in nazionale tunisina. Restano 6 mesi di contratto con la Juventus, ma vogliamo trovare una società in Italia, perché per lui è importante giocare con continuità. Se fa 18 mesi di qualità in Serie B, sono sicuro che possa trovare un'opportunità in Serie A. Lui vuole continuare in Italia".
Le Mée: "Il Parma è una grande società: fa giocare i giovani anche se lotta per la Serie A"
Infine, qualche parola anche su un altro possibile gioiellino, Ange-Yoan Bonny, classe 2003 del Parma: "È uno dei 2003 che gioca di più, è quasi sempre in campo e sta giocando anche da titolare. Si sta sviluppando, gioca nella nazionale francese U20. Parlo spesso con il CT e sta facendo un lavoro importante a Parma. Lui può giocare su tutta la trequarti d'attacco, ha grande istinto e si è visto nel gol che ha segnato. Ha solo 19 anni, deve ancora costruirsi, ma sta facendo grandi cose. Speriamo possa continuare bene con il Parma, che è una grande società con un ottimo allenatore: Pecchia schiera tantissimi giovani nonostante l'obiettivo sia tornare in Serie A".