Strakosha, mani sulla Champions: quando il rigore è decisivo
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Data: 17/04/2019 -

Strakosha, mani sulla Champions: quando il rigore è decisivo

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Un grazie all’intuito e l’altro a papà: “Sono rimasto fermo e ho parato il rigore, possiamo dormire sereni. Ora servono i fatti”. 

Strakosha ipnotizza De Paul e tiene i guanti sulla Champions, suoi e della Lazio: “Ci crediamo, è il nostro sogno”. Quello che manca da 12 anni e sfumato l'anno scorso, in pochi minuti e in uno stadio pieno. Ancora fa male. 

2-0 all’Udinese, prima la strana coppia Caicedo-Immobile e poi lui, il ‘portierino’ diventato grande tre anni fa, in una notte a San Siro: “Se ci penso ho ancora i brividi”. Inamovibile oggi, ogni tanto para-rigori, non è il suo forte ma nei momenti decisivi risponde presente. 

550 giorni fa contro Dybala, al 96esimo, grazie al solito guizzo di papà: “Mi disse dove buttarmi”. Stavolta su De Paul, cambia solo l’angolo, stesso risultato. Poi un messaggio a Reja, nuovo ct dell’Albania ed ex allenatore della Lazio, uno che conosce l’ambiente.

Pregi, difetti e rigori: nel 2011 perse una qualificazione in Champions per un errore di Zarate contro l’Udinese, un deja-vù dai colori diversi. Anche se stavolta la copertina è di Strakosha, e di una Lazio che insegue il sogno di cristallo, sperando diventi diamante a fine anno. 

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Strakosha para il suo secondo rigore in Serie A e si prende la scena. Merito di Foto, padre-portiere, quello che lo propose al suo amico Tare sei anni fa, anche se all’inizio “aveva grandi difficoltà, tecniche ed emotive”.

Ce lo raccontò il suo primo allenatore in Primavera, Christian Ferrante, preparatore e mental coach dai consigli giusti. Decisivi: “Tare mi disse di valutarlo, per lui era come un figlio, ma c’era un po’ di scetticismo…”.

Cancellato dal lavoro, costante e continuo: “Thomas si svegliava all’alba, viveva a Formello e arrivava al campo prima di tutti, verso le 9. Dopo un po’ gli abbiamo dato le chiavi per allenarsi da solo”. Dietro le quinte di un rigore: “Per lui sono stato come un padre, la mattina eravamo da soli. Aveva voglia di emergere, di stupire". E di arrivare in Champions.

La Lazio ci crede, il quarto posto è a 3 punti, un po’ più vicino. Grazie ai guantoni di Stakosha. 



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