Lo strano caso di Luis Alberto sta nei numeri, perché se alla voce gol c’è scritto 7 quella con “assist” è ancora da riempire. Zero. Nessuno. Stranissimo per uno come lui, arrivato fino a 16 la stagione scorsa. Addirittura 21 tre stagioni fa, quando duellava con De Bruyne e Messi per il ruolo da “best assistman”. Ora ha un’altra veste.
Però, che importa? Finché segna va bene, se regala 3 punti ancora meglio. Lo spagnolo giganteggia con la Samp e infila il gol vittoria col destro (1-0). Quando segna lui la Lazio non perde (quasi) mai: 7 squilli, 6 successi. Nessun assist può pesare, è vero, ma Luis Alberto è comunque in cima a tutte le statistiche: primo per occasioni create (42) e dribbling riusciti (35). Terzo per numero di passaggi effettuati (1002). Un faro che illumina e fa gol. L’anno scorso si fermò a 7 tra coppe e Serie A, oggi ha già eguagliato l’annata precedente. E magari si migliorerà.
Faro tra i giganti
Dategli il gioco e lui lo farà suo, nonostante lo ‘zero’ alla casella assist. Luis Alberto crea lo stesso, inventa come sa fare, e pazienza se gli atri non finalizzano. Tesse la tela del gioco e passa tutto dai suoi piedi, ormai è così anni. Il “Mago", poi, segna ed esulta mimando Spiderman davanti le tv.
Un regalo per il figlio Lucas: “Me l’ha chiesto prima della partita”. Promessa di papà. Ora testa e piedi al Bayern in Champions (martedì alle 21), perché il sogno nascosto è quello di far cadere i giganti, magari spaventarli. Lewandowski e Coman, Neuer e Boateng.
Contro il Borussia, quest’anno, la Lazio non ha mai perso (una vittoria e un pareggio). Se l’è giocata a testa alta anche in Germania, sfiorando la vittoria. Ora i campioni di tutto all’Olimpico. La Lazio ha bisogno del solito faro. Stavolta la luce arriva dai gol.