Lotito: “Mai litigato con Sarri. Immobile? Non vogliamo mandarlo via”
Redazione 8 Novembre 2023L’intervista del presidente biancoceleste ai microfoni di Radio Serie A

Quanto a Felipe Anderson: “È un ragazzo d’oro a cui sono legato. C’è un’affinità tra di noi, lui è molto religioso. Abbiamo un bel rapporto, non c’è rottura ma disponibilità al rinnovo. Ora bisogna trovare un punto d’incontro”.

Romano e patron della Lazio da quasi 20 anni, Lotito ha poi parlato di come la sua passione si è trasformata in un lavoro: “Innanzitutto io sono sempre stato un tifoso della Lazio, da quando avevo cinque anni. In quel periodo la Lazio non navigava in acque tranquille e questo è stato un aspetto importante quando mi propose questa sfida Berlusconi, per cui ho sempre avuto affetto e stima”.

Lotito divenne presidente in un momento molto delicato nella storia della società: “Berlusconi mi chiamò e mi disse che ero l’unico in grado di risolvere i problemi della Lazio. Nel 2004 il club aveva una situazione contabile spaventosa, con 550 milioni di debiti. Tutti pensavano che fosse una sfida impossibile. Per me invece era una sfida al limite e per questo mi intrigava. Alla fine l’ho accettata. Sarebbe stato più facile prendere la squadra dopo il fallimento, invece io mi sono caricato tutti i debiti. Feci applicare una legge dello Stato che mi permise di saldare il debito in 23 anni e ho sempre pagato circa 6 milioni all’anno. Ora mancano solamente quattro anni”.

Un investimento, quello di Lotito, che potrà continuare nella persona del figlio Enrico: “Ci ho rimesso molto per il bene della Lazio. Quando entrai misi nella società 50 miliardi di lire. Io ci metto tanto sentimento, faccio calcio facendo leva sull’aspetto umano e sui valori. Ho patrimonializzato la società perché voglio tramandarla a mio figlio Enrico, che è un grande tifoso“.