Lotito: "La Lazio non cresce perché non si lavora da collettivo"
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Data: 15/10/2019 -

Lotito: "La Lazio non cresce perché non si lavora da collettivo"

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Claudio Lotito, presidente della Lazio, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Dalla Salernitana al mercato, dal caso De Vrij a quello di Ciro immobile. Tanti gli argomenti toccati.

LA SUA LAZIO - “Dopo la Juve siamo la squadra che ha vinto di più negli ultimi anni. La nostra politica è quella del seminare per raccogliere e per farlo ci vuole tempo. Vogliamo vincere perché ce lo meritiamo e non attraverso scorciatoie. Fatturiamo 120 milioni l’anno, loro 480”.

MISTER 100 MILIONI –  Durante il periodo estivo non si parlava di altro. Le voci sulla possibile cessione erano sulla bocca di tutti, ma Milinkovic-Savic è rimasto Formello. “Abbiamo rifiutato cifre superiori ai 100 milioni per lui. Serve cattiveria agonistica e umiltà, doti che mi appartengono e che forse ancora non ha la squadra. Il mio lavoro l’ho fatto, ora sta ai ragazzi dimostrare sul campo e rispettare i tifosi”.

MERCATO – La tifoseria da anni lo contesta sui mancati acquisti ma lui non le manda certo a dire. “Ho acquistato tanti giocatori ma impiegarli non spetta a me. Non mi sono mai permesso di fare la formazione a posto dell’allenatore. I nuovi acquisti devono ancora ambientarsi. Ascolto, seguo i consigli e decido. La Lazio non cresce perché non tutti lavorano come collettivo”.

QUEL MALEDETTO LAZIO-INTER – Le lacrime di De Vrij i laziali non le dimenticheranno facilmente. Promesso sposo dell’Inter, con tanto di contratto già firmato, l’olandese regala un clamoroso rigore agli avversari. “Io non l’avrei fatto giocare ma l’allenatore lo ha schierato titolare. Mi prendo sempre le mie responsabilità anche quando sbaglio. In questa stagione voglio risultati”.

IMMOBILE – La lite tra l'attaccante ed Inzaghi ha fatto il giro del web. Una reazione esagerata per una sostituzione. Pace fatta con tanto di gol e abbraccio tra i due a una settimana di distanza. “Nell’intervallo Ciro aveva accusato un fastidio e Inzaghi ha ritenuto fosse giusto sostituirlo. La sua reazione è stata eccessiva per uno del suo calibro. Non so come abbia reagito lo spogliatoio. Quello è stato simbolo di individualismo. Se ognuno fa di testa propria non si va da nessuna parte”.

SALERNITANA – Gli obiettivi non mancano neanche con la squadra campana che col presidente negli ultimi tempi ha fatto passi da gigante. “Sono bastati quattro anni per portarla dalla Serie D alla Serie B. Ho messo in piedi una squadra giusta per arrivare nella massima serie scegliendo un allenatore come Ventura. Non so se riuscirò a farlo ma in tal caso dovrò vendere la società”.



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