Ma è possibile superare l'addio di quello che è stato definito un Re? Questa è la domanda che ogni laziale si sta facendo. Ciro Immobile è arrivato alla Lazio nel 2016, dopo le avventure deludenti con Borussia Dortumund e Siviglia, e in biancoceleste ha raggiunto livelli altissimi. Non è solo per i record: il centravanti ha sempre parlato di quanto tenesse al club biancoceleste e del grande affetto con i tifosi.
Adesso per tutti i tifosi della Lazio c'è la consapevolezza che stia finendo qualcosa di molto bello, cominciato con Simone Inzaghi e che, probabilmente, si è concluso con le dimissioni di Maurizio Sarri. Il 17 ha fatto la storia e, non a caso, alcuni tifosi si sono già organizzati per chiedere che il suo numero venga ritirato.
Immobile e la Lazio: annate di soli record
Con la Lazio Ciro Immobile ha battuto record su record. Basti pensare, infatti, che è il miglior marcatore della storia dei biancocelesti con 207 reti. La stagione più iconica è quella dei 36 gol che gli ha fatto eguagliare il record di gol in una singola annata di Higuain e che lo ha portato a vincere la scarpa d'oro.
Quando si parla di attaccante che vivono per il gol non si può non pensare al numero 17, unico calciatore della storia della Serie A a vincere per quattro volte la classifica capocannonieri. Trascinati dai suoi gol i biancocelesti hanno raggiunto per due volte la Champions League e vinto una Coppa Italia e due Supercoppe italiane.
Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Immobile: un trio decennale
Con l'addio di Ciro Immobile, la Lazio chiude un ciclo pluriennale e, sopratutto, che ha regalato tantissime gioie ai propri tifosi. Il tutto si è aperto con Simone Inzaghi, con cui i biancocelesti sono stati protagonisti di una super stagione nell'annata 19/20. Il 17, Luis Alberto e Milinkovic-Savic, naturalmente, sono stati anche i tre artefici del secondo posto conquistato con Maurizio Sarri in panchina.
Il serbo è andato via la scorsa stagione, trasferendosi in Arabia. Dopo un finale di stagione complicato, invece, a lasciare la Lazio è stato Luis Alberto, per dirigersi in Qatar. A mettere la parola fine a quel ciclo, e a farlo diventare un ricordo, è l'addio di Ciro Immobile, che è andato al Besiktas e ha firmato un biennale da 6 milioni.
Ma si può sostituire un Re?
La domanda è calzante perché sostituire un re è difficile non solo per la persona in sé, ma per tutto quello che simboleggia. "C'è qualcosa dietro al trono più grande del Re stesso": questo disse William Pitt il Vecchio, decimo Primo ministro inglese. Sì perché Immobile non lascia solamente i gol o i record, lascia tutti quei boati dei tifosi biancocelesti mentre il 17, dopo una rete, correva sotto la curva con le braccia larghe.