Non era l’Olimpico, ma c’era un po’ di Roma nel primo assaggio di grande calcio di Emanuel Vignato. “E tu chi sei?”, domanda Totti. Destinatario un ragazzo di 17 anni con la faccia da bambino: “Un ragazzo del Chievo, mi chiamo Emanuel Vignato e sono del 2000”. Era il 20 maggio 2017, giorno del debutto di Vignato in Serie A. Tre minuti contro la Roma, anticipati da una corsa a bordo campo con l’ex capitano giallorosso. Buffetto sulla testa di Totti, con annessa battuta a Nainggolan “Sembra abbia 12 anni”, e ingresso in campo. Due anni dopo lo stesso ragazzo veste ancora la maglia del Chievo, ha sempre la faccia da bambino ma segna già gol pesanti. Come quello realizzato alla Lazio. Colpo di tacco di Stepinski, dribbling su Parolo e rasoiata a inchiodare Strakosha. Primo gol in A e Lazio battuta. Risultato alla vigilia inimmaginabile.
Biancocelesti ancora in corsa per la Champions, Chievo già retrocesso. Classico scenario per un risultato già scritto. Peccato che la Lazio non avesse messo in preventivo il colpo di testa di Milinkovic: calcione da dietro a Stepinski ed espulsione diretta. Lazio eclissata, da lì solo Chievo, o quasi. Spazi larghi per la velocità di Vignato, il ragazzo del 2000 che pochi giorni fa ha fatto il suo debutto dal 1’ in campionato contro il Bologna. Solo il preludio per un finale di stagione che potrebbe vederlo ancora protagonista.
Padre italiano e mamma brasiliana, doppio passaporto ma una scelta che per ora ha premiato l’azzurro. Una decisione che l’ha portato a vestire le maglie della nazionale italiana dall’Under 17 all’Under 19. Velocità, tecnica e dribbling i suoi tratti distintivi: 12 partite con il Chievo Primavera e 5 gol. Esterno d’attacco ma all’occorrenza anche trequartista, con la Lazio si è mosso su tutto il fronte offensivo con ottimi risultati. Il suo talento non è passato inosservato, tanto da spingere il Bologna ad avanzare a gennaio un’offerta da 2,5 milioni per assicurarsi Emanuel e il fratello Samuele, classe 2004. Proposta rispedita al mittente, Vignato è rimasto al Chievo e ora incanta. Ma su di lui hanno messo gli occhi Inter, Juventus, Sassuolo e alcuni club stranieri.
È arrivato al Chievo giovanissimo, ci ha messo poco per mettersi in mostra. Nel 2014 ha vinto il premio come miglior giocatore al “Memorial Guido Settembrino” di Brescia e al Torneo Daniele Pecci di Bellaria Igea Marina. Fisico ancora da formare, 175 centimetri di puro talento. Da Totti all’Olimpico: dopo l’esordio di pochi giorni fa ora la prima gioia in campionato, con Roma a segnare la sua strada.