La copertina è sempre la loro: Luis e Ciro, trascinatori instancabili. Volti noti di una Lazio che ha ripreso consapevolezza. Due vittorie consecutive dopo lo scivolone di Genova con la Samp: prima il Dortmund poi il Bologna, sempre all’Olimpico. La magia dello spagnolo ruba l’occhio, è un mix di classe e rabbia. Il gol di Immobile è puro mestiere, dopo una partita così e così.
Stavolta però c’è anche altro: dietro le grandi firme di una Lazio in ripresa c’è l’esercito dei nuovi che avanza. Chi sgomita per una chance e chi per mettere a tacere critiche e bisbigli. Primo della lista: Wesley Hoedt. Usato sicuro, per qualcuno alternativa di lusso dopo i ‘no’ incassati sul mercato. La risposta l’ha data sul campo: partita da 7 in pagella. È tornato a Roma dopo tre anni, ha colorato i ricordi di un passato sbiadito.
Anche Inzaghi lo promuove: “Sa già come giochiamo, è avvantaggiato rispetto agli altri”. Ma col Bologna è un sì per tutti i nuovi. Fares aggiusta la mira e assedia l’area avversaria, poi si inventa un assist ‘alla Del Piero’ per la zuccata di Immobile. Reina si prende la porta dal primo minuto, parte un po’ tirato, poi si rifà con almeno tre interventi importanti.
Si vede in campo anche Andreas Pereira, pochi minuti, non abbastanza per dare un giudizio. Servirà anche lui in una stagione così concitata. Si conferma Akpa Akpro, l’eroe di coppa che non sfigura nemmeno quando c’è da sostituire un gigante come Milinkovic. Corre per due e si fa trovare anche davanti a Skorupski. Nel 2017 era senza squadra, ora è già un titolare aggiunto. La Lazio trova così volti nuovi e vecchie abitudini.