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Lasagna revival: metodo e gol, l’Udinese riabbraccia Kevin

Tutto è ripartito con un'imprendibile cavalcata verso la porta. Specialità della casa – dai tempi del Carpi a San Siro – per Kevin Lasagna: bruciato Djimsiti, messo a sedere Gollini, la dedica a Rolando Mandragora. Nell'istantanea di cinque giorni fa, ci sono tutti gli ingredienti della rinascita dell'attaccante dell'Udinese. Compagno infortunato incluso.


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Arriverà la doppietta, nel secondo tempo contro l'Atalanta. Giovedì sera all'Olimpico, un gol che vale un pezzo di salvezza. Fanno 3, nelle ultime 2 partite: l'unica volta che Lasagna ci era riuscito in campionato risale all'aprile 2018. La storia del self-made bomber dalle serie minori torna di moda. Nel momento più difficile: prima di questa settimana d'oro Kevin non segnava da gennaio. Ed erano state soltanto 9 le reti in Serie A nel precedente anno e mezzo. Tre mesi senza calcio e cambia tutto.

Call of Duty, sogno Europeo


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L'apice della carriera di Lasagna era arrivato il 14 ottobre 2018. Polonia-Italia, l'attaccante che fino a quattro anni prima giocava nell'Este in Serie D debutta in Nazionale. Il biglietto da visita erano stati i 14 gol della stagione precedente. Da quella magica notte in azzurro però qualcosa si incrina. Complice qualche infortunio: "Spero che la ruota della fortuna giri e si ricordi di me", dirà lui a Il Gazzettino.

Un po' ci vuole anche quella: nell'ultima giornata a Roma, Kevin si è ritrovato perfettamente in traiettoria sulla ciabattata di De Paul. Ma non basta. La scossa di Lasagna nasce in questo periodo dietro le quinte. Programmata, a fari spenti, senza partite. Sotto la guida di Gotti prepara degli allenamenti personalizzati per essere più incisivo sotto porta. Recupera una condizione fisica fondamentale per uno sprinter come lui. E fuori dal campo, distende i nervi. L'antistress numero uno è Call of Duty, il videogioco sparatutto di cui Lasagna è fanatico.


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Se non si allena accende la play: tra i compagni di pad c'è soprattutto Mandragora, l'Udinese fa gruppo anche attraverso lo schermo. Lì Lasagna gioca. Appena riprende la Serie A fa sul serio. Cecchino ritrovato, sventolando la 38 dell'amico costretto sul divano. E con un sogno di nuovo possibile: "Se a quest'ora fosse stato disputato Euro 2020, Mancini non mi avrebbe convocato. Ora devo ringraziare la dea bendata per questa chance in più". Metodo e fortuna. Per chi arriva dai campi di provincia, la ricetta è sempre quella.