Quando inizia a viaggiare nei ricordi e a raccontare la sua storia ha il sorriso stampato in viso. Eppure Kerwin ha vissuto tanti momenti complicati: bocciature, delusioni, “no” che fanno male. Lo hanno fatto crescere e oggi si è preso tante rivincite. Da un piccolo barrio della Colombia alla MLS. Vargas continua a sognare a occhi aperti.
La nostra intervista a Kerwin Vargas
Parte tutto da un regalo. Vargas è un ragazzino del barrio Villa del Carmen di Santa Marta e suo papà decide di comprargli un pallone. Amore a prima vista: “Fu il primo regalo che mi fece. Giocavo a calcio sempre con i miei amici, così è nato tutto” racconta l'ala offensiva classe 2002 ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
Il calcio entra così nella sua vita. Prime partitelle con gli amici, prime volte in campo ma anche prime delusioni. A 11 anni viene scartato per motivi fisici dalla selezione per un torneo regionale: “Sono momenti che tutti passano. Bisogna essere forti, affrontarli e uscirne. Ho avuto periodi molto complicati ma sono andato avanti”.
A 15 anni Kerwin entra nell’Academia Boca Juniors di Calí e la storia cambia: “Da lì ho iniziato a vivere in maniera differente, a crescere e a vedere il calcio con altri occhi”. Così Vargas inizia a partecipare a diversi stage tra Spagna, Portogallo e… Italia. Sampdoria, Torino, Spal, Levante, Vitoria Guimaraes, Porto, Benfica, Famalicao. Viene visionato, valutato, seguito. Ma la risposta è sempre negativa.
Kerwin ci ha sempre creduto e così viene ripagato. La chance arriva dalla Feirense nel 2020, club portoghese. “Quando sono arrivato in Portogallo ero molto piccolo ma non mi hanno mai lasciato solo”. Da lì spicca il volo. Grazie anche al lockdown del 2020.
“In che senso?” direte voi. “Ho approfittato del momento. Ero sempre in palestra e quando è ripartito tutto ero cresciuto molto”. Il classe 2002 si prende il posto da titolare e non lo lascia più. Gol, assist, qualità e tanti dribbling. Pieno stile colombiano.
In tanti si accorgono di lui. Offerte dall’Europa ma non solo. Una dall’altra parte del mondo: Charlotte. “C’erano anche altre proposte, ma questo club mi ha voluto con grande forza. È una opportunità anche per la mia vita fuori dal campo: è un ambiente diverso, un’altra lingua, una cultura differente. I primi mesi sono stati difficili. Era tutto diverso dal Portogallo”.
I primi mesi servono per adattarsi a un mondo nuovo. Cambia tutto, dalla vita fuori dal campo allo stile di gioco della MLS: “Appena arrivato non pensavo che il campionato fosse così competitivo. Invece c’è grande qualità, è cresciuta molto”.
Con calma, lavoro e fiducia ha guadagnato sempre più minuti nello scacchiere di Lattanzio: “È la persona più educata che io abbia mai conosciuto. Ho un bel rapporto con lui, chiede sempre della mia famiglia”.
3 reti e 1 assist nelle ultime tre partite. Una di queste contro l’Inter Miami di Messi: “Non ho parole. Affrontare il mio idolo, marcarlo e segnare è stato pazzesco”. L’ultima in rovesciata contro i New York Red Bulls nel play-in perso 5-2. “Ho provato sentimenti contrastanti: è stato un gran gol ma abbiamo perso”.
Adesso la regular season è finita e Kerwin è già con la testa alla prossima stagione. Nel cassetto il sogno di giocare in Europa, magari in Italia col suo idolo Cuadrado. Quel ragazzino di un barrio di Santa Maria è diventato grande.