A insidie, pericoli e strade sbagliate Erik ha sempre preferito un pallone e tanta fantasia per sognare in grande. A El Monte, zona a est di Los Angeles con una forte influenza messicana, fare un passo falso è più semplice del previsto. Eppure Dueñas ha sempre avuto un solo obiettivo: diventare un calciatore, magari con la maglia di LAFC addosso. Oggi quel ragazzino è cresciuto ed è il gioiello del futuro degli aurinegros che guardava in televisione.
Alla scoperta di Erik Dueñas
Mettiamo ordine e partiamo dagli anni a El Monte: “Amo questa città. Mio padre giocava a calcio e io lo andavo sempre a vedere, così mi sono innamorato di questo sport” racconta il classe 2004 ai microfoni di gianlucadimarzio.com. L’amore per il fútbol nasce così.
Dalle partite di papà Enrique al giardino di casa, fino alla Puente League, un campionato locale di El Monte. “C’erano molti ragazzini che giocavano lì. Eravamo tutti amici”. Le prime partite, le prime esperienze sul campo e i primi idoli scoperti: “Ho sempre amato Dani Alves. Ero un terzino destro e per me lui era un punto di riferimento”.
Le cose iniziano a farsi sul serio quando Erik entra nell’academy di LAFC. Tra la fascia destra della difesa e la zona centrale, per Dueñas cambia poco: in quattro anni tra Under 14, Under 15 e Under 16 concede appena 5 gol in 104 partite. Numeri da record per le giovanili aurinegros.
Eppure le cose non sono sempre andate bene. Prima di iniziare a volare nell’academy, il messicano ha avuto periodi complicati. È stato a un passo dall’essere tagliato dal club, poi però ha cambiato testa e ha cominciato a lavorare ogni giorno: “Ho una mentalità forte, voglio sempre lottare per giocare. Sono un giocatore che combatte per i propri sogni”.
Questa mentalità lo ha portato a strappare altri record: nel 2020 esordisce in MLS diventando il più giovane a farlo in quell’anno e il terzo più giovane di sempre nel campionato. Il tutto a soli 15 anni e 362 giorni. “Sono sempre stato tifoso di questa squadra. Il giorno del debutto ricordo che ho guardato in tribuna e ho pensato: ‘Wow, io ero lì in mezzo a loro e ora sono in campo con questa maglia”. Quando lo racconta ha gli occhi che brillano ancora: “Era una partita contro Vancouver. Mancavano quindici minuti e coach Bradley mi chiamò: ‘Preparati che entri’. Pensai: ‘Io davvero?’. Ero un ragazzino di 15 anni nervoso ed emozionato, non ci credevo”.
Dueñas è ormai in pianta stabile in prima squadra. È un jolly importantissimo per la squadra: “Giocavo da terzino destro ma da due anni sono stato schierato da centrocampista. Amo entrambe le posizioni”. Il messicano può giocare in tanti ruoli in mezzo al campo.
Per un ragazzo così giovane è anche importante crescere con un punto di riferimento nello spogliatoio. E avere Chiellini in squadra è una certezza da questo punto di vista: “Giorgio è una persona fantastica, lo ammiro molto e lo ringrazio sempre per tutti i consigli che mi ha dato. Scherziamo sempre sulla nostra differenza di età e lui mi dice: ‘Potrei essere tuo padre’. Poi in campo è un animale, è come un muro”.
Erik ha già messo la spunta verde al sogno di giocare col Los Angeles FC, adesso i prossimi sono “giocare con la nazionale messicana e nei top campionati europei”. Piedi piantati per terra ma con le spalle larghe e lo sguardo alto: da sempre la filosofia di Dueñas.