“Aspetta e vedrai”: Allegri-Kean. Quando aspettare paga
Bastone e carota. In
tanti se lo chiedevano: “Ma quando gioca Kean?”. Fiducia nel
giovane, nel nuovo che avanza. Solo Allegri frenava, per una
motivazione ben precisa: doveva essere pronto. Non lo era ancora,
evidentemente. Ma lui scalpitava eccome. E quando chiamato in causa
non ha tradito: è la sua seconda volta da titolare in questa
stagione, e per la seconda volta va in gol. Una rete in Coppa Italia
contro il Bologna, due in campionato all’Udinese.
Chi cerca record
particolari, però, non ne trova: se è la sua prima doppietta in
bianconero, non lo è in assoluto in Serie A (l’aveva già
realizzata qualche anno prima alla Fiorentina con la maglia del
Verona). Eppure la partita contro i friulani ha un sapore diverso per
l’attaccante che a quattordici anni si è trasferito dal Torino
alla Juve e che in bianconero è cresciuto, passo dopo passo, fino ad
arrivare in prima squadra. Allegri frenava, lui fremeva. E a gennaio
valutava una possibilità di salutare per poter giocare di più.
Ma proprio perché
la Juve non ha mai smesso di credere nelle sue doti non se n’è
fatto mai nulla. Kean è stato considerato il perfetto vice-Ronaldo:
rapido, forte fisicamente, in grado di usare quell’esuberanza
giovanile per colmare alle lacune che ancora si porta dietro. E a
costo di giocare poco è stato trattenuto. Due gol all’Udinese, un
rigore procurato, e una standing ovation alla sostituzione (tra
l’altro con un altro 2000, Nicolussi Caviglia, di pochi mesi più
giovane) che non vedeva l’ora di sentirsi tributare.
“Mi faccio sempre
trovare pronto – ha spiegato l’attaccante a Sky Sport – quando
l’allenatore mi dà la possibilità di mettermi in campo, cerco di
dimostrare il mio valore“. Un momento di gloria, un passo avanti
per diventare grande. La sua parabola in bianconero è appena
all’inizio ma per la Juve che aveva bisogno di trovare un po’ di
spensieratezza prima della partitissima contro l’Atletico, la
storia di Kean può essere una splendida metafora. Quella di una
crisalide pronta a diventare farfalla. E a spiccare il volo.