La prima volta del calcio italiano nell’era post Covid: strana, particolare, speciale. Non poteva non essere così. E non solo per i contorni adattati al protocollo, di fatto già visti in queste settimane seppur fuori dai nostri confini, ma anche per i suoi sviluppi. Era una classicissima del nostro calcio, la sfida tra Juventus e Milan, l’unica partita tutta all’italiana che è stata anche una finale di Champions. Ma di classico c’è stato ben poco, anzi, è stato quasi tutto all’insegna delle prime volte, in perfetto tema con il nuovo avvio del calcio.
La prima volta di Maurizio Sarri in finale di Coppa Italia, dove si era spinto al massimo in semifinale ai tempi del Napoli: in carriera ha vinto la versione di Serie D del trofeo sulla panchina della Sansovino, in quello che di fatto è il suo unico titolo conquistato in Italia.
Ma è la prima volta in finale di Coppa Italia anche per Cristiano Ronaldo, che al primo tentativo della scorsa stagione era uscito ai quarti con l’Atalanta. Delle coppe disputate è l’unica che manca al suo palmarès con i club e avrà tra pochi giorni la chance di sfatare anche l’ultimo tabù: eppure non può essere soddisfatto, visto che, anche qui per la prima volta, ha sbagliato un rigore in questa stagione.
L’ultima e unica volta in cui sbagliò dal dischetto in Italia fu in una partita con il Chievo contro Sorrentino, mentre stavolta a fermarlo è stato il palo. Palo che nega il gol alla Juventus, per la prima volta senza segnare in casa addirittura dal 23 aprile 2018, quando Koulibaly illuse il Napoli di poter vincere quello Scudetto.
Prime volte anche per il Milan: come quella di Lorenzo Colombo, classe 2002 (scopri qui la sua storia) che ha debuttato nel ruolo che abitualmente ricopre Ibrahimovic in una partita di enorme prestigio. O anche quella meno emozionante di Ante Rebic, espulso con rosso diretto per un intervento sciagurato dopo pochi minuti.
La prima qualificazione, il primo errore dal dischetto, il primo intervento del var, la prima espulsione. È mancato, oltre alla presenza del pubblico, solamente il primo gol, quell’esultanza che celebrasse l’allegria del calcio, soprattutto dopo un gelido minuto di silenzio in cui era facile trovare negli sguardi dei calciatori le difficoltà passate in questi mesi. Ma il tempo per fortuna non manca: le ultime modifiche al protocollo garantiscono una maggiore serenità nel concludere la stagione, rinviando di fatto solo di qualche ora l’attesa di poter tornare a celebrare una rete, la prima volta più attesa di tutte.