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Chiellini: “Vorrei rigiocare la finale del 2017. Vlahovic è quello che ci mancava ora”

Chiellini ripercorre il suo cammino con la Juventus e fa il punto sulla Champions

La Juventus si prepara a giocare la partita di ritorno contro il Villarreal in Champions League. A far visita alla Continassa a Giorgio Chiellini è stato Claudio Marchisio. L’ex centrocampista, che a lungo ha condiviso lo spogliatoio proprio con il difensore campione d’Europa con l’Italia, ha intervistato il suo ex compagno di squadra per Amazon Prime.

Le parole di Chiellini

 

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La chiacchierata tra Chiellini e Marchisio parte dai rimpianti che il difensore bianconero si porta dietro: “Ho sbagliato tante volte in campo e fuori, ma ha fatto parte del percorso. Partite saltate? La prima che mi viene in mente è la finale di Champions del 2015, perché preferisco perdere giocando piuttosto che stando fuori. Quell’anno avevo giocato tutte le partite, ero stanco e quindi preferì saltare la gara prima della finale per recuperare e invece…“.

Nel 2017 andò diversamente” prosegue Chiellini “Essere in campo ti fa vivere diversamente la situazione, riesci a trasformare la tensione. Quella è la partita che vorrei rigiocare. Non ho rimpianti però. Sono qui dal 2005 e ho visto la crescita della Juve, vivendo momenti bellissimi e altri meno che ci hanno dato la spinta per vincere“.

 

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Dopo tre anni è tornato Allegri tornato e Chiellini racconta come è stato il suo ritorno in bianconero: “Lo trovo sempre lo stesso. Non lo trovo cambiato. Nei primi mesi magari si aspettava di ritrovare un gruppo ufguale a quello che aveva lasciato, ma in realtà era cmabiato tanto. Tra giocatori giovani, colonne che se n’erano andati e altri come me che non avevano più la costanza di presenza rispetto a prima. Gli equilibri sono cambiati. Da novembre si è rivista la sua Juve, una squadra solita con i propri pregi e difetti“.

L’addio di Ronaldo tardivo e l’arrivo di Vlahovic due sliding doors della stagione: “Ha portato una ventata di entusiasmo a tutti, dai tifosi ai giocatori. Dusan sposta gli equilibri. Ci mancava un giocatore così. Dal dopo Mandzukic ci mancava una prima punta di peso. Avevamo Higuain che è un giocatore eccezionale, ma con caratteristiche diverse. Negli ultimi anni non avevamo neanche una prima punta come lui. Morata gli piace giocare con una prima punta, così come Dybala e Ronaldo. Adesso la squadra ha un suo numero 9 e ha trascinato tutti. A 22 ha una gran voglia di diventare il numero uno“.

 

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Da un giovane a un altro, dall’attacco alla difesa. Chiellini parla anche del suo compagno di reparto De Ligt: “È partito con un po’ di strascichi degli Europei, poi si è ripreso alla grande. A lui piacciono le responsabilità C’è troppa richiesta su di lui, che è un ragazzo giovanissimo. Lui è giocatore fortissimo. La maturazione per i difensori arrivano a un’età avanzata. Io le mie migliori stagioni le ho giocate tra i 33 e i 35 anni. Lui a 28 anni sarà un giocatore sensazionale. Adesso sta crescendo e deve crescere tanto, ma è già un giocatore di livello mondiale“.

Il discorso poi si sposta sul cambiamento dei difensori negli ultimi anni, ora devono saper costruire l’azione: “È stato un cambiamento stimolante. Per noi il primo è stato Conte e con il tempo l’abbiamo portato avanti. Antonio ha cambiato la nostra visione del calcio. Mai avrei pensato di iniziare io l’azione, di provare a dribblare o a cercare un filtrante. Nel calcio ora è sempre più importante avere il controllo della partita e della palla“.

La serata di Champions

 

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Mi aspetto una partita difficile, allenata da un ottimo allenatore, che avevamo affrontato quando allenava il Siviglia. Lui ha uno storico importante. La squadra ha tecnica, è solida ed è organizzata. All’inizio avevamo preso lo Sporting che era più semplice del Villarreal. Molti all’inizio avevano pensato a una partita facile, invece ce la giochiamo al 50 e 50. Sarà tutto deciso dai dettagli. Ora che non c’è più la regola del gol fuori casa, molte gare finiranno ai supplementari“.

Negli ultimi tre anni siamo usciti con Ajax, Lione e Porto,. Questo ci ha insegnato che se le squadre non si affrontano con la stessa attenzione che dedichi a Real e Barça, poi le perdi. Arrivavamo da un percorso in cui qualcuno non aveva vissuto queste situazioni. Dovremo fare una partita con grande concentrazione“.

 

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Il futuro

In conclusione Chiellini parla anche del suo futuro: “Io sono già oltre a quello che pensavo. Dopo il ginocchio rientrare era una sfida. Avevo l’Europeo che mi ballava in testa. Fosse state nel 2020 non ci sarei arrivato, perché non stavo bene. Potevo chiudere con l’Europeo, ora ho il sogno del Mondiale che speriamo di raggiungere e di godercelo. La Juventus è casa mia e non voglio essere un peso. Mi piacerebbe fare il dirigente piuttosto che l’allenatore, ma la vita è piena di sorprese“.