Da una parte la Champions ritrovata e una Coppa Italia sfumata ai supplementari, dall’altra uno sguardo al futuro che permette di essere fiduciosi per l’anno prossimo. La stagione della Juventus, la prima dell’Allegri bis, si può riassumere così. Due facce della stessa medaglia. Sulla seconda però va fatta particolare attenzione. Già, perché l'Under 23 di Zauli, corre, gioca e ha raggiunto il secondo turno dei playoff nazionali di Serie C. Ma non solo. Ci sono tanti giocatori in prestito che stanno facendo bene e che sognano di vestire bianconero il prossimo anno.
La Juventus è l’unica squadra d’Italia ad avere una seconda squadra che gioca con i grandi. Mentalità, progetto e organizzazione. D’altronde, parlano i fatti. Perché al netto dei risultati ottenuti da Zauli in questa stagione sono due anni che dall’Under 23 bianconera escono giocatori che poi riescono a imporsi in A e in B. Palestra, in tutto e per tutto. Gli esempi sono tanti. Da Fagioli, oggi promosso con la Cremonese e ancora della Juve, a Zanimacchia e Rafia, anche loro protagonisti nella cavalcata verso la Serie A. L’allenatore, Fabio Pecchia, dopo averli avuti in bianconero li ha pretesi anche a Cremona. Scelta vincente. Ma ce ne sono molti altri ancora, come Dany Mota, che oggi sta provando a portare in Serie A il Monza a suon di gol e giocate o come Ranocchia che lotta per non retrocedere con il Vicenza ma che ha già attirato su di se le attenzioni di parecchi club di A.
Giovani, forti e di proprietà. Questo dicono i risultati dei ragazzi della Juventus in prestito in giro per l’Italia. Dal già citato Fagioli a Dragusin e Frabotta fino ai nuovi arrivati Rovella e Gatti. Il primo, classe 2001, aveva già stregato Allegri tre anni fa. “Conosce i tempi di gioco, è un piacere vederlo giocare a calcio”. Parole al miele. Ma Nicolò non si è montato la testa, ha fatto il suo percorso e ora è pronto al grande salto. Con la Juve ha già esordito, sotto la gestione Pirlo, sia in campionato che in Coppa Italia. Poi ci sono gli altri, che hanno però situazioni diverse. Hanno tutti già fatto dalle 10 partite in su in A e dopo anni a girare in prestito, sperano in un’occasione in bianconero. Tutti tranne Gatti che, partito dall’eccellenza, si è guadagnato la chiamata della Juventus a suon di grandi prestazioni in B con il Frosinone. Il classe 1998 spera di restare e di poter entrare nelle rotazioni di Allegri, complice anche l’addio di Chiellini. Le partite sono tante e ci potrebbe essere spazio per tutti.
In mezzo poi qualche mina vagante, tra situazioni in bilico o in evoluzione. Ramsey, Pjaca, Ihattaren. I primi due sono in scadenza nel 2023, in bianconero non hanno mai trovato spazio e sperano di essere riscattati dai club in cui giocano. Il primo con i Rangers di Glasgow ha fatto 2 gol in 6 partite, non è riuscito a imporsi nelle gerarchie di Van Bronckhorst e con ogni probabilità a giugno tornerà a Torino, il secondo sta invece giocando in granata con Juric e se ne riparlerà a fine campionato. Discorso diverso per Ihattaren che era partito con la Samp e poi ha avuto tanti problemi. Oggi è tornato in Olanda e sta ritrovando continuità nello Jong Ajax. La Juve ci ha scommesso, il suo contratto scade nel 2026.
Questa quindi la prospettiva del club per il prossimo anno. Idee precise e un modus operandi che non cambia. Gioca chi se lo merita, tutti sono tenuti in considerazione, vengono seguiti e viene fatto il possibile per valorizzarli a pieno. Testimonianza ne è l'ottimo lavoro fatto dall’under 23, in totale sinergia con la prima squadra e che ha un unico grande obiettivo: investire sui talenti del club e strutturare il percorso migliore per la loro crescita. Per tanti ragazzi il prossimo anno, probabilmente, sarà in ogni caso Serie A. Resterà solo da capire se con la Juve o meno.