Dodici mesi fa un addio che ha fatto discutere e non poco. Solo qualche giorno fa, invece, l'ufficialità del ritorno in bianconero. Da leader della difesa juventina alla fascia di capitano del Milan, infine il ripensamento. Insomma, il cerchio di Leonardo Bonucci si è chiuso: "Mi mancava casa, ogni viaggio ha un ritorno alla base - ha raccontato nella conferenza stampa di presentazione - ringrazio il Presidente e il Milan, che mi hanno permesso di essere qui oggi e di iniziare questo percorso con grande entusiasmo e con tanti obiettivi da centrare"
Un anno passato lontano da Torino: "Un anno in cui ho visto una grande squadra, come sempre e come ci ha abituato in questi anni - ha continuato - la Juventus ha talento, programmazione ed è una società solida e ben organizzata. Sono stato contento di tornare e di iniziare questo nuovo percorso con l'obiettivo di migliorare sul campo. Allenarsi con i migliori ti porta al top. Lo farò costantemente e ogni giorno, perché devo recuperare il tempo che ho passato fuori da qui. Tempo che mi ha dato qualcosa in più a livello umano ma che mi ha tolto a livello di vittorie. La risposta che devo dare tutti quanti penso sia sul campo con fame, senso di sacrificio e appartenenza"
Sotto la lente di ingrandimento il rapporto con Massimiliano Allegri, con cui in passato ha avuto qualche problemino: "Ci sono state delle discussioni che fanno parte del calcio - ammette - poi ci siamo visti più di una volta durante l'anno e ci è stato modo di parlarci e di chiarirci. Da persone intelligenti ci siamo abbracciati e abbiamo un rapporto ottimo. Quando sono stato a Londra per la premiazione dei top 11, ho dedicato a lui quel premio perché grazie ad Allegri sono migliorato soprattutto nella gestione della partita. Adesso si riparte più vogliosi di prima".
Certo, adesso ci sarà da combattere con i sentimenti dei tifosi: "Li capisco e li rispetto, come ho sempre fatto. Quando finisce una partita, sono sempre il primo ad andare a salutarli. Non mi sentivo a mio agio a continuare con la maglia della Juve, perché non sarei stato me stesso. Ho maturato una decisone in un momento di rabbia e ora ho capito che, in questi casi, si sbaglia sempre. Per questo ho cambiato, ma quel qualcosa in più che pensavo di trovare al Milan non c'è mai stato. Quando lasci la tua casa e i tuoi affetti, poi sei portato a fare un passo indietro. Avevo altre richieste in Europa, ma volevo solo la Juventus. Accetto i fischi dei tifosi, starà a me trasformarli in applausi".
Non sarà facile, troppo fresca nei cuori dei tifosi bianconeri l'immagine della sua esultanza allo Stadium con la maglia del Milan: "Se la rifarei? Non mi capita spesso di fare gol, sono un difensore. Ho sempre criticato i giocatori che non esultano da ex. Spero di poter regalare ai tifosi altre esultanze di gioie. L'importante è che la Juventus continui a vincere. Il resto si sistemerà da solo. Ora basta con il passato. Il mio entusiasmo e le mie motivazioni sono tutte concentrate sul presente".
Lasciare la Juve fu una scelta di rabbia, dunque. I motivi? "Le discussioni con Allegri rappresentano solo una delle motivazioni che avevo. Quando ha influito lo sgabello di Porto? Sfatiamo un tabù. Avevo un posto in fila, ma lo sapete come vivo la partita. Allora, di mia spontanea volontà, ho deciso di alzarmi. Ad un certo punto ero stanco e preso questo sgabello, che poi è stata la mia rovina. E pensare che a casa ne ho tanti... (ride n.d.r).
Quella di tornare alla Juventus non è stata una decisone nata in un momento preciso, ma maturata nel corso dell'anno: "Sono un professionista che, ad un certo punto, ha fatto delle riflessioni. Il mio agente ha un rapporto con la Juve e quindi tornare a parlarsi è stato semplice. Gattuso? Grandissima persona, a livello umano mi ha dato davvero tanto. E' stata un'esperienza che mi ha fatto crescere e adesso sono pronto a dar tutto per la causa della Juventus".
Fra i campioni che ha ritrovato alla Juve, c'è anche un certo Cristiano Ronaldo, con cui ha già avuto modo di allenarsi in questi giorni: "Certo, meglio averlo come compagno che come avversario - sorride - anche perché, in questo modo, con il Real non partiremo più sotto 1-0. Non trascura nulla, ci permette di alzare ulteriormente il livello, allenarsi con lui è stimolante. La concorrenza? Sarà una spinta ulteriore per fare bene in allenamento e per evitare di fare brutte figure. L'obiettivo è senza dubbio arrivare a Madrid, ma anche giocarci la Coppa Italia e lo scudetto".