I numeri non contano. Non dopo una serata come quella che hanno vissuto gli oltre quarantamila dell’Allianz Stadium. Non conta la prima impresa storica della Juventus, che mai era riuscita a rimontare un 2-0 all’andata in Champions League. Non conta la prima partita di Spinazzola (pazzesca) in questa competizione. Non conta nemmeno il numero delle volte in cui l’Atletico si è fatto ribaltare un 2-0 iniziale. L’Allianz Stadium torna “Juventus Stadium”, si trasforma in bolgia: la squadra di Allegri entra con il fuoco negli occhi, attacca per 90’. E vince. E esulta. E esplode. Un grido sopra tutti: “Cristiano!”.
Da subito, i tifosi già lo sapevano. I suoi compagni pure: la partita doveva passare da lui. Dai suoi piedi, dalla sua testa, dalla sua classe e dal suo carisma. Non poteva fare tutto da solo, fa moltissimo però. Intanto, fa commuovere sugli spalti Georgina: un evento raro, per una persona abituata a veder trionfare il marito. Chissà con quanta tensione ha vissuto questi giorni, l’attesa: per una volta Cristiano è tornato a dover dimostrare qualcosa. Era arrivato il suo momento.
“Ok, in campionato sta facendo benissimo. Ma in Champions?”. Non erano in pochi a chiederselo: si attendevano che Ronaldo spiccasse il volo. L’ha fatto, letteralmente: primo gol di testa; secondo, pure; nel mezzo pure qualche stacco con sospensione in aria da marziano, qual è. Poi, il rigore: si avventa sul dischetto, è suo. Non poteva non fallire. Si dimentica per due volte il suo “Siuuuuuu”. Ma si ricorda di Simeone, mimando il gesto dell’andata che creò tanto scandalo ma che è già passato nel dimenticatoio.
Ronaldo è l’uomo copertina di questa Juventus. E di uno stadio intero che ha annullato gli avversari. Si capiva già da prima la partita: l’Allianz, solitamente, avvicina alla gara con una musica ad altissimo volume. Questa volta il volume degli altoparlanti non era più basso, ma quello dei cori lo superava comunque. “Questa è mentalità da Champions” ha commentato a caldissimo Cristiano, con un sorriso largo così. Ah, a proposito: c’è un numero che conta. Questa è la sua prima tripletta nella Juve. Nella notte più importante.