“Niente paura, tu corri”. Un brano dei Gemelli Diversi come canzone del cuore. Colonna sonora della vita, tutta calcio e carisma. Playlist speciale per Alessandro Mastalli, capitano della Juve Stabia. “Ascolto sempre il solito brano prima di scendere in campo, mi dà la giusta carica. ‘Tu Corri’ è il mio pezzo preferito. Appena arrivo allo stadio - racconta in esclusiva a gianlucadimarzio.com - lo metto in cuffia a tutto volume”. Poi stop. “Spengo tutto e mi concentro solo sulla partita”. Rewind. Tenace come un leader, grintoso come un capitano. Stavolta play: un disco che scorre fra carriera, aneddoti e curiosità per capitan Mastalli.
Si parte dalla “sua” Juve Stabia. La fascia stretta al braccio ereditata ad appena 21 anni. Giovanissimo. ‘HakunaMatata’, senza pensieri. Solo il pallone. Comandamento quotidiano e da pochissimo anche tatuaggio per Mastalli. Se l’è regalato in occasione delle 23 candeline spente qualche giorno fa. Con la faccia da bravo ragazzo e l’animo combattente del guerriero. Idee chiare. Solo Juve Stabia: “Sono orgoglioso di essere il capitano di questa squadra”.
Nato a Bologna, figlio acquisito di Castellammare. Una stagione storica per la squadra di Caserta, record su record conquistati: ancora imbattuti in campionato (come l’altra Juventus di Serie A), miglior difesa in Italia – fra le prime in Europa - con 9 gol subiti in 26 gare e primato di miglior attacco della Serie C. “Stiamo facendo un campionato incredibile. Il merito va a tutta la squadra, allo staff tecnico e alla società. Il lavoro è tanto, partito dal ritiro di luglio. Ogni settimana diamo il massimo in allenamento e in campo si vede”.
Domenica c’è il derby con la Casertana allo stadio ‘Pinto’. Una sfida delicata, all’andata finita 1-1 con 7 ammonizioni e 3 espulsioni. Aneddoto curioso: l’ultima sconfitta in campionato della Juve Stabia risale a più di 10 mesi fa. Mattatore? Proprio la Casertana. Era il 22 aprile 2018 e in terra rossoblù finì 3-1 per i padroni di casa. Ci pensa Capitan Mastallia suonare la carica: “La marcia di avvicinamento alla gara prosegue bene. Sappiamo che è una partita delicata, l’emozione è forte. Anche noi la avvertiamo, ma siamo concentrati. Testa a domenica. I derby non si giocano, si vincono”.
Da Milano a Castellammare. E’ arrivato da lontano Mastalli. Figlio d’arte: suo padre Ennio è stato centrocampista, con all’attivo più di 60 presenze in A fra Bologna e Catania. Alessandro è un gioiellino del vivaio rossonero. Sei anni al Milan: forgiato in Primavera prima da Inzaghi e poi da Brocchi. Ha giocato, fra gli altri, insieme ad El Shaarawy, Petagna e Cristante: “Ho lasciato casa a 14 anni. L’esperienza in rossonero mi rimarrà per tutta la vita. Loro erano fenomenali, avevano qualcosa in più. Ho legato con tutti, ma con Cutrone avevo un rapporto speciale. Siamo rimasti molto amici, ancora oggi ci sentiamo. La scorsa estate ci siamo visti e abbiamo scambiato le maglie. Spero di rivederlo prossimamente”.
Dalla Primavera al San Siro, cuore rossonero. Con il pallone fra i piedi e un obiettivo chiaro: affermarsi nel calcio per tenere alto il cognome di famiglia. 24 maggio 2015, una data memorabile per Mastalli. L’esordio in A al San Siro, ad appena 19 anni: un sogno che si avvera. “Si giocava Milan-Torino e Inzaghi decise di concedermi un quarto d’ora. E’ il sogno di tutti i bambini poter arrivare in massima serie. Ho avuto la fortuna di capire cosa significa. Un’emozione indescrivibile. La storia del club rossonero, lo stadio pieno, i tifosi che ti battono le mani. Ancora oggi, di notte, mi capita di sognare quel momento”.
Centrocampista come papà Ennio, Alessandro è un giovane cresciuto in fretta. Talento, lavoro e abnegazione. “Ma che fatica i gradoni con Zeman”. Dopo l’esordio in A, sei mesi a Lugano per Mastalli agli ordini dell’allenatore boemo. Periodo duro, tanto da scegliere di tornare a casa: “Ho avuto un po’ di difficoltà nell’ambientazione. Con Zeman non ho trovato il giusto feeling, ma ho avuto la fortuna di essere allenato da un grande come lui. Mi ha dato tanto. Poi sono tornato in Primavera nel 2016, prima del salto definitivo a Castellammare”.
Il sole, il mare e la pizza. Il presidente Manniello voleva il giovane Mastalli in gialloblù ad ogni costo: “Mi aveva già cercato a gennaio, ma nell’estate del 2016 decisi di trasferirmi. Volevo giocare e mi è stata data questa grande opportunità. Con il gruppo e i tifosi mi sono trovato subito bene. In città ho avuto qualche problema nei primi mesi, poi ho trovato la giusta quadra. Adesso non potrei pensare di stare lontano da Castellammare. Il calore della gente qui è unico, per non parlare del cibo. E del mare. Quando posso ci vado, mi dà serenità”.
Castellammare è la Juve Stabia. Lo stadio ‘Romeo Menti’ nel centro della città: nei bar intorno e nelle piazze si parla solo delle Vespe. La Serie B è l’obiettivo, che manca da 5 anni. Capitan Mastalli ci crede: “Per noi la cadetteria è ancora un sogno. Ma siamo primi e puntiamo la B. Abbiamo nove finali da affrontare, a partire dal derby di domenica con la Casertana. Dipende solo da noi”. Promessa in caso di promozione?: “Non ne faccio, ma posso garantire ai tifosi che suderemo la maglia come fatto finora. E questo, vale più di ogni promessa”. La Juve Stabia va veloce, lo fa anche Mastalli. Con il solito disco in sottofondo. “Niente paura, tu corri”. Verso la Serie B!
di Oscar Maresca