9 anni nel settore giovanile dell’Inter, l’addio ai nerazzurri e ora il Parma. Dopo anni di sacrifici, vedi l’esordio in Serie A a un passo. "Ero in primavera ma D’Aversa mi seguiva sempre da vicino", racconta Alessandro Patacchini, in arte JPata, ai microfoni di gianlucadimarzio.com. "Per le amichevoli e gli allenamenti precampionato sono sempre stato in prima squadra". Un mese intero con loro. "L'esordio in Serie A era veramente vicino, anche perché si erano infortunati diversi centrocampisti". Il mercoledì prima della partita contro l’Udinese (seconda di campionato della stagione 2019/2020) c’è un’amichevole. "Importante perché doveva provare i moduli, ero titolare". Ma solo per 25 minuti, poi il buio. Rottura del ginocchio.
I provini con il Milan, la scelta dell'Inter e il campionato vinto contro Kulusevski
Qui Alessandro aveva già 19 anni, una promessa affermata. Quando parla di quel periodo però non sembra avere rimpianti, il peggio è già passato. Ma come era iniziato tutto? "La mia passione per il calcio nasce grazie a mio zio che faceva l’allenatore all’Oratorio Sant’Angelo di Rozzano. Poi passo alla Rozzano Calcio e in quel periodo faccio i provini per Milan, Monza e Inter, mi aveva chiamato anche l’Atalanta ma non sono andato". A insistere di più è l’Inter. "Faccio provini con loro per 6/7 mesi. A giugno poi dicono a mio padre "Suo figlio è pronto per vestire la maglia dell’Inter".
Entra nel vivaio dei nerazzurri quando aveva 9 anni e "ne faccio altri 9 anni lì". Dai Pulcini fino alla Primavera. "Un’esperienza bellissima, tante vittorie, tornei in giro per il mondo... Con l’Inter vinco il campionato Under 15 e due anni dopo quello Under 17 contro l’Atalanta di Kulusevski. Nello stesso anno anche Coppa Italia e Supercoppa".
Dai Pulcini agli allenamenti con Perisic
Il nome Patacchini inizia a rimbombare per i corridoi di Appiano Gentile. Anche se "arrivi e non sanno neanche come ti chiami. Una volta che stai lì iniziano a conoscerti. Spalletti mi ha messo terzino perché mi diceva che gli ricordavo Florenzi. Ho giocato anche Ivan Perisic che è uno dei miei giocatori preferiti". Erano gli italiani quelli più vicini ai giovani. "Santon, Gagliardini, D’Ambrosio e Candreva erano quelli che ci parlavano di più. Sapevano che se un giovane veniva su era forte".
Tra gli altri, nell’U17 conosce anche Salvatore Esposito. "Era un sacco religioso. Me lo ricorderò per sempre nella finale col Parma aveva una specie di altarino negli spogliatoi, poi metteva il santino della Madonna nel polsino".
JPata, Parma e il secondo colpo
Il periodo all’Inter finisce nel gennaio del 2018 quando "ero appena atterrato da Madrid dopo un torneo e mi arrivano una marea di chiamate dal mio procuratore che mi dice "Domani andiamo a Parma". I gialloblù lo prendono a titolo definitivo con l’Inter che si tiene il diritto di recompra. "Lì ho conosciuto anche Bastoni, mio grande amico. Abbiamo condiviso diverse esperienze e ci sono molto legato".
E torniamo al punto di partenza. "Dopo l’infortunio non ero più in me stesso. Mi sono isolato, ho dovuto chiedere aiuto a delle persone per uscirne". Tanto lavoro per rialzarsi e tornare a giocare: prima Foggia, poi la D a Brusaporto. "Avevo fatto una grande stagione, dovevo andare in Serie C ma mi sono preso il Covid per 62 giorni, ho fatto 18 tamponi. Già lì capivo che il destino mi stava dando dei segnali per non giocare più". Il passaggio in Serie C salta e "mi ritrovo con un pugno di mosche. Mi rimetto a lavorare in agenzia di assicurazioni e nel frattempo gioco in Promozione. Al quarto mese mi infortunio ancora lo stesso ginocchio, e quella volta è stato veramente disastroso. Da lì ho detto non gioco più".
Patacchini: "I social? Anche meglio dell'Inter"
L’incubo è tornato, e la rinascita questa volta passa dai social. "Zw Jackson (Youtuber da quasi 900mila iscritti, ndr) mi aveva chiamato per coinvolgermi nel suo progetto. Poi sono entrato nella Play2Give, una squadra di Terza Categoria dove giocano anche altri youtuber. E ora è la cosa che mi sta andando meglio nella vita. Anche meglio dell’Inter". E il futuro? "Tornerò a giocare perché non riesco a stare senza calcio. Il mio obiettivo ora è quello anche di allenare e già mi sto mettendo all’opera".
Una carriera da allenatore da programmare, una social che va a gonfie vele e uno spazio anche per quella musicale. "Quando mi sono rotto la prima volta il ginocchio ho fatto la mia prima canzone con Amedeo, un mio amico produttore. Va molto bene ma poi non ho insistito molto. Riprendiamo lo scorso anno e facciamo un album di 7 canzoni. Per ora di quello abbiamo fatto uscire solo "Pezzi da 20" che ha oltre 150mila stream su Spotify, e "Lettera al successo".
Lezioni di vita
Una lunga chiacchierata e un concetto che rimane in testa: la voglia di rivalsa. "Avevo tutto, mi sono ritrovato con niente e ora mi sono ripreso totalmente". Lezioni di vita da JPata.