A luglio compirà 39 anni, ma Joaquin non li dimostra. Almeno sul campo, dove continua ad andare fortissimo. Prima che il Coronavirus fermasse la Liga, si era caricato il Betis sulle spalle con i suoi 10 gol in 28 partite stagionali. Il contratto scadrà nel 2021 e lo spagnolo deve iniziare a valutare scenari futuri: "Appena lascerò il calcio voglio fare il torero", ha confidato ad AS. Il motivo è molto semplice, perché quella della corrida è una passione che ha da sempre: "Fin da quando ero bambino - ha raccontato - mi immaginavo lì, davanti ai tori. Mi sono anche iscritto alla scuola di corrida a El Puerto, ma poi mia mamma capì che stava diventando qualcosa di più serio di un semplice divertimento e allora disse a mio babbo di iscrivermi a calcio".
Da lì le giovanili nel Betis, squadra di cui oggi è capitano e di cui, un giorno, si immagina presidente. Poi il Valencia e le tre stagioni nella Fiorentina di Montella, dove è entrato nel cuore dei tifosi: "Firenze mi manca tanto, è una città simile a Siviglia: si mangia e si vive benissimo, ogni tanto vogliamo tornarci perché abbiamo tanti amici in quel posto. Se non mi avesse chiamato il Betis, avrei rinnovato per un altro paio di stagioni senza dubbio". Troppo forte, però, il richiamo di casa.
I pensieri adesso non possono non essere rivolti al Coronavirus e a tutte le sue conseguenze: "Spero che il virus venga sconfitto il prima possibile e che si possa tornare presto alla normalità. Viviamo una situazione che nessuno avrebbe potuto mai immaginare. Mi godrò in un modo o nell’altro ciò che mi rimane del calcio anche se il ritiro si avvicina e ci penso sempre più spesso".