Calcio e arte, spesso un binomio che va a braccetto. Lo sa bene Jakub Jankto, che nel corso degli anni si è alternato tra il pallone e la matita. Il centrocampista della Sampdoria, che sta facendo una grande annata sotto la guida di Ranieri, racconta sulle pagine di Tuttosport com’è nata la sua passione.
“Sin da bambino ho sempre preso carta e penna per disegnare. A 14 anni facevo i graffiti, ero un ragazzino un po’ ribelle. Io e alcuni amici andavamo in giro a disegnare sui muri di Praga. Facevamo gli artisti di strada. Ma poi un giorno ho beccato degli schiaffi dalla polizia, dai miei genitori, dai miei allenatori”.
Da lì in poi nessun muro come tela, ma solo carta, matita e pallone. Passioni portate avanti tutt’ora, fino a ritrarre Kobe Bryant e a mettere all’asta l’opera. Non per lui, ovviamente, ma per l’ospedale Gaslini di Genova che grazie a quell’opera ha ricevuto dal ceco una donazione di 450 euro. “Mi ha fatto molto piacere dipingere questo quadro di Kobe Bryant. È stata una cosa molto bella fatta per i bambini. Ha molto più senso fare questo piuttosto che fare il cretino per strada. Prima facevo danni, ora aiuto gli altri”.
Tornando al pallone, il centrocampista ceco è sicuramente uno dei più decisivi della Sampdoria – con 4 gol e 3 assist – che quest’anno sta facendo molto bene. “Il clima nello spogliatoio è bello. Non tutti parlano in italiano ma comunichiamo in inglese. Ad essere amici ci aiutano i risultati, se le cose vanno bene in campo anche l’umore è perfetto”.
Un’ultima battuta sul derby di mercoledì prossimo, che non sarà la stessa cosa senza il pubblico ad affollare gli spalti del Ferraris. “Ci teniamo molto a fare bene perché abbiamo perso le ultime due stracittadine su tre. Vogliamo la rivincita e conquistare i tre punti. L’obiettivo è vincere per i nostri tifosi”.
L’intervista completa sulle pagine di Tuttosport