Mani in tasca e occhi bassi, urla anche di meno, ma nel giro di campo è l’Inzaghi di sempre: sorride, saluta, scambia due parole con Fabio Ripert, preparatore storico. Su e giù nell’area tecnica, uno sguardo distratto ai suoi ragazzi e l’altro alla curva, che lo chiama un paio di volte: “Simone Inzaghi, Simone Inzaghi!”. Lui si gira e applaude, anche se le voci corrono veloci nella testa, condizionando pensieri e domande, tutte retoriche: “E se questa fosse l’ultima partita all’Olimpico?”.
L'INCONTRO CON PARATICI
La Juve stuzzica, Paratici tende la mano: i due si sono incontrati la settimana scorsa a Piacenza, a Bilegno (in provincia), lontano da occhi indiscreti. Un segnale di come Inzaghi - oltre a Sarri - sia il candidato forte per sostituire Allegri. Paratici ha chiesto la sua disponibilità e Simone gliel'ha data, la Juve è un'occasione unica.
In attesa della decisione. Inzaghi è sotto contratto fino al 2020 (Sarri fino al 2021), entrambi devono trovare l’intesa coi rispettivi club prima di lasciare. Il Chelsea ha già deciso di cambiare, prenderà Lampard, mentre Lotito è un osso duro. Inzaghi valuta, riflette e pensa.
Anche sotto la pioggia, anche nel giro di campo della squadra con la Coppa Italia tra le mani, il secondo trofeo della sua gestione dopo la Supercoppa del 2017. “E se andassi via?”. Per Tare non si tocca: “Resta qui, l’incontro è già in programma”. Lotito gli promise la Serie A quand’era ancora negli Allievi: “Un suo addio mi addolorerebbe”. Lui ringrazia i tifosi, abbraccia Bastos a fine gara (autore di un gran gol) e stringe la mano all’amico Mihajlovic, che salva il Bologna grazie al pari.
All’Olimpico finisce 3-3, siamo al 20 maggio ma piove a dirotto. Le nubi del mercato avvolgono il destino di Simone Inzaghi, che non si concede ai giornalisti neanche oggi. Niente conferenza prima della sfida col Bologna e nessuna intervista dopo. In sala stampa va Parolo, alimentando dubbi, voci e pensieri. Quelli di oggi, all’ultima gara sul prato dell’Olimpico, sotto la pioggia, cercando una schiarita che sa di futuro. E le parole giuste per salutare: arrivederci Lazio, o addio.