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Data: 21/01/2017 -

​‘Investimenti irrazionali’ e la regola del ‘3’: la situazione stranieri in Cina

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“Investimenti irrazionali”. Non una considerazione del calcio verso i trasferimenti con cifre monstre di giocatori verso il campionato cinese, ma quanto si è letto in una nota della Chinese Football Association. Un comunicato con cui sono state introdotte nella massima serie cinese due nuove regole: che nelle liste dei club compaiano almeno due giocatori Under23 cinesi (nati dal 1994), per coltivare i propri talenti, e che ogni squadra non abbia in rosa più di tre atleti stranieri. Una norma che dunque potrà diminuire l’esodo di giocatori europei o sudamericani - stranieri in generale - verso la Cina, attirati da ingaggi top.

La nuova stagione inizierà a marzo e al momento gli stranieri della Super League cinese sono 86. La colonia più folta è quella brasiliana (22), guidata dall’ex Zenit Hulk e dal neo acquisto Oscar. E’ seguita poi dalla Corea del Sud e dall’Australia; e poi ancora Sudamerica con Colombia (con, tra gli altri, Jackson Martinez e Guarin) e Argentina (qualità in attacco tra Lavezzi e l’ultimo arrivato Tevez). Più Gigliotti, forse meno conosciuto. Ma in totale: tre. Tanti quanti i croati: Milovic, Orsic e Matic. Potevano diventare quattro con Kalinic, ma l'attaccante viola dopo aver giurato fedeltà a Firenze (“Resto alla Fiorentina, è una mia decisione. Voglio giocare in Italia, continuando a farlo nel club in cui sono stato per 2 anni e in cui mi trovo bene”) ha ribadito ieri sera il suo 'no' alla Cina. Dunque niente futuro al Tianjin. E italiani? Uno solo, Graziano Pellè. Poi ci sono anche un ivoriano, Gervinho, e un belga, Witsel. Non come l’inizio di una barzelletta ma solo la realtà di un calcio che al momento accoglie stranieri fino a contare 29 nazionalità in tutto, cinesi esclusi.

Non più luogo solo per giocatori a fine carriera, ma anche un campionato che vorrebbe provare a coltivare talenti locali, seppur con meno appeal dei grandi nomi attirati dal calcio europeo o sudamericano. E poi la regola del ‘3’ (massimo tre stranieri per club) come possibile calmiere di quegli “investimenti irrazionali”, riconosciuti tali anche dalla Chinese Football Association.



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