Calciomercato? No, ‘calciomancato’: quando il colpo salta, da Riva a Kalinic
‘È fatta: ah, no’. Tutto saltato. Niente colpo. E adesso, chi lo spiega ai tifosi? Storie di … ‘calciomancato’. Tranquilli, nessun errore. Perché ogni tanto anche il mercato va nel pallone. Il meccanismo si inceppa, il giocatore non parte e l’affare balza. Magari all’ultimo minuto: da sogno a beffa. Colpa di una visita medica andata male, di una bizzarra pretesa della moglie del calciatore o, semplicemente, per una pura questione di soldi. E così, sperando di non portar male a nessuno, scopriamo assieme tutte quelle trattative date per concluse e poi saltate all’improvviso.
Ricky, affacciati alla finestra
‘Amore mio’, resta. L’appello dei tifosi del Milan è forte. Gennaio 2009, l’inverno si scalda. In Via Filippo Turati la testa gira: l’offerta è pesante. Quasi 130 milioni di euro. Il mittente è il Manchester City, l’obiettivo Ricardo Kakà. Impossibile rifiutare. Difficile, farsene una ragione. Intanto la Serie A si prepara a dire addio all’ennesimo campione. Perché vince sempre il Dio denaro. E invece, sorpresa: ‘Il nostro Ricky resta con noi. È l’unica cosa che conta. L’amore rossonero ha vinto alla grande. Grazie Kakà. E forza Milan’. Già, colpo di scena. Così Silvio Berlusconi intervenne in diretta televisiva opponendo il suo veto alla cessione. Perché i soldi, forse, non sono tutto. Storia tra Kakà e il Milan che sarebbe poi proseguita per altri sei mesi: colpa delle avances del Real Madrid, l’amante perfetta. Quella che, l’estate seguente, con la metà dei soldi del City si portò via il brasiliano.
Berbatov: tra i due litiganti, il Fulham gode
‘Se non firmi non vale’. Quanta confusione, nell’estate 2012. Il tutto in una clamorosa commedia degli equivoci. Ecco la trama: le protagoniste sono Fiorentina e Juventus. L’oggetto della contesa è Dimitar Berbatov, al tempo ‘volubile’ attaccante del Manchester United. Perché il finale della trattativa sarà un putiferio. Tutti pazzi nel giro 24 ore. Prima, però, Sir Alex Ferguson mette il suo attaccante sul mercato. E così la Fiorentina apre subito la trattativa. Pradè opera benissimo: accordo trovato col giocatore. Berbatov ha il biglietto in mano per Firenze: visite mediche annunciate. Tutto fatto? No, spunta la Juve. I bianconeri si inseriscono nell’affare, pareggiando l’offerta. Intanto, le parti battagliano a suon di comunicati infuocati. E allora Dimitar – in compagnia della sua bella Elena – sale sul primo volo disponibile. Direzione? Londra. Dritto al Fulham. C’est la vie…
Da Cagliari a Roma, passando (un attimo) dalla Russia. Lo strano caso di Astori
Non dire colpo, se non c’è firma. ‘Vero, ma le visite mediche basteranno’. Non proprio: per credere, domandare a Davide Astori. Il difensore, nel 2012, dal Cagliari era pronto ad approdare allo Spartak Mosca. Cambio di vita totale: dalla Serie A alla ricca e fredda Russian Premier League. Visite mediche ok. Accordo trovato: 12,5 milioni al Cagliari e 4 anni di contratto al giocatore. All’ultimo, però, ecco spuntare l’effetto collaterale: il presidente Cellino blocca la trattativa e Astori rimane in Sardegna. Fino al 2014, di fronte ad un vero e proprio derby di mercato: la Lazio tratta a lungo con i rossoblù, e alla fine… ‘Con tutto il rispetto per Astori, mica è Maradona’. Parola di Lotito: perché dopo il corteggiamento laziale, il difensore venne ufficializzato dalla Roma. Sì, mai dire mai quando c’è di mezzo Davide Astori.
A pranzo con Tevez
Sorrisi, pranzo e caffè. Tutto a posto: ci si può stringere la mano. Il trio è d’accordo: Galliani, Tevez e l’agente Kia Joorabchian. Il conto del ristornate è onesto: l’Apache passa al Milan, prestito oneroso a 2 milioni nelle casse del Manchester City. Diritto di riscatto fissato, stretta di mano. ‘Perché pur di venire da noi, Carlitos è pronto a ridursi l’ingaggio’. Detto…saltato. Sì, di mezzo c’era un compromesso: Pato doveva trasferirsi al PSG. Ma il trasferimento del brasiliano fallì, e Berlusconi congelò così la trattativa per l’argentino. Che passerà alla Juventus la stagione successiva, da rimpianto di mercato rossonero.
Milan-Cissokho, trattativa fuori dai denti
Sessione estiva del 2009. Il Milan cerca un terzino. Il mercato offre Aly Cissokho, esterno basso francese del Porto. Galliani avvia la trattativa: intesa sulla base di 15 milioni di euro. Ci siamo, via con le visite mediche. Elettrocardiogramma da sforzo ok. Esami del sangue pure. Un solo problema: i denti. Ovvero? Rischi per la postura e brutte conseguenze di natura muscolare. Insomma, l’affare non s’ha da fare. Cissokho al Milan non andrà: il suo futuro sarà a Lione.
Taffarel, mercato ingolfato
Tutta colpa del destino. Settembre 2004, l’Empoli cerca un nuovo portiere: Taffarel è l’uomo perfetto. Affare fatto. Claudio, da svincolato, torna protagonista. E allora parte subito per la Toscana, felice di iniziare il primo allenamento. Durante il viaggio, però, la macchina del brasiliano si guasta: l’ex Parma rimane a piedi. E il portitere – persona molto religiosa (superstiziosa) – interpreta l’accaduto come un segno del destino. ‘Imploro perdono a Dio, chiedo scusa all’Empoli: ma il guaio della macchina mi ha fatto riflettere. Ho capito di aver chiuso con questo sport’. Niente Empoli e addio al calcio.
Juve, c’è chi dice no: da Riva a Di Natale
Cuore batte soldi. Perché una vera bandiera non può cambiare colori, mai. ‘Rifiuto l’offerta e vado avanti’. Ad ogni costo, come 40 anni fa: quando Rombo di Tuono Gigi Riva disse ‘no’ alla Juventus. L’accordo col Cagliari era pronto: 4 giocatori più soldi. Peccato che la Sardegna fosse ormai diventata la sua terra. Unica ed impossibile da abbandonare. ‘Ma vuoi mettere, poi, vincere lo scudetto da vero eroe…’. Già: altra storia, altro calcio. Intanto gli anni passano, e poco importa se Antonio Di Natale non è mai stato campione d’Italia: perché la sua storia all’Udinese è stata qualcosa di unico. Una scelta di cuore e di famiglia, la sua. Già, ancora Juve a far da diavolo tentatore. ‘Puoi darmi anche la Luna, ma a Udine ho raggiunto traguardi inimmaginabili: molto più di un semplice scudetto’. Parola di Totò.
Kasami c’è, la linea no
Connessione assente. Ma come? Nel 2013 dovrebbe essere tutto ok… Eppure, la linea crolla. Internet non va. Il mercato scorre e Kasami salta. ‘È una vergogna, non si può lavorare in questo hotel di m…’. Mino Raiola è furibondo. Il motivo? ‘All’Ata Hotel di Milano non c’era la connessione’. E l’affare va a monte: Kasami rimane al Fulham, niente Pescara. Tempo scaduto, il mercato è chiuso.
Da Firenze a Roma, il pianto di Milinkovic-Savic
Penna in mano, contratto sul tavolo. Firma? No, lacrime. Milinkovic-Savic scoppia a piangere. ‘Scusatemi, ma non posso: non posso davvero’. La dirigenza della Fiorentina è incredula. Daniele Pradè perde la pazienza: operazione troncata. ‘Non preghiamo nessuno di venire con noi’. Alcuni, addirittura, parlano di pressioni della fidanzata di Sergej. Giocatore e compagna allora salgono su un altro aereo: destinazione Roma. Misteri del mercato. E altra storia, quella alla Lazio. Tutto perfetto: 10 milioni al Genk e cinque anni di contratto in biancoceleste. Senza lacrime e con tanti sorrisi.
Figo, una firma tira l’altra
Chiamale follie di mercato. Anno 1995, protagonista: Luis Figo. Il giovane portoghese si mette in mostra: vuole emergere. Così lo Sporting Lisbona gli apre le porte del trasferimento. La Serie A si fionda sul giocatore, già dieci anni prima del suo approdo all’Inter. Allora Figo firma, un po’ qui e un po’ là: al Parma di Callisto Tanzi e alla Juventus di Moggi. Sì, perché dopo aver firmato un pre-accordo con i Ducali, il portoghese sigla anche un contratto con i bianconeri. Totale? Una bella multa. Lega e Fifa annullano i contratti. E Figo allora opterà per il Barcellona. Anche in Spagna, però, il portoghese farà discutere: tra giocate da fenomeno e cambi di fede.
Dejan? No grazie
Estate 2008. Tempo di passaggio di consegne in casa Inter. Mancini lascia, arriva Mourinho. I nerazzurri si trasformano. Qualcuno, però, non è convinto del bontà del nuovo ciclo. Uno di questi è Stankovic. Anche perché lo Special One lascia trapelare qualche dubbio circa l’utilizzo del serbo. Così il mercato si apre. A Milano bussa la Juventus, vogliosa di eleggere l’erede di Pavel Nedved. E Dejan è l’uomo perfetto. Le parti s’incontrano, l’accordo è vicino. Un solo problema: ‘Noi Stankovic proprio non lo vogliamo’: parola dei tifosi. Il motivo? Il centrocampista è ritenuto un antijuventino: alcune sue uscite non sono piaciute alla concorrenza. E così Deki rimane nerazzurro. Ah, giocherà tanto: e vincerà tutto. Sarà Triplete.
Luiz Adriano: ‘Cambio di programma’
(ph. @fcsm_official)
Amore mai sbocciato, quello tra il Milan e Luiz Adriano. Il brasiliano, infatti, qualche settimana fa si è trasferito definitivamente in Russia. L’anno scorso, però, successe qualcosa di incredibile. E di mezzo c’era la Cina. Sul piatto, 14 milioni ai rossoneri e ingaggio di 8 milioni al giocatore per cinque anni. Prendere o … scappare. Luiz Adriano infatti era partito per l’Oriente, sbarcando all’aeroporto di Nanchino. Accoglienza super, da vera star. Ma la passione durò solo 24 ore, perché al momento della firma i cinesi non avrebbero rispettato le promesse stipulate negli incontri di Milano. Marcia indietro e ritorno a Milano.
Witsel, ‘ti aspettiamo’
Pareva fatta, ad un passo. Perché quello di Witsel e la Juventus è stato un matrimonio senza bacio. Galeotta fu la cessione di Pogba. Estate 2016: allo Stadium serve un degno erede. Matudi del PSG è la prima alternativa. Ma i francesi sono un oste troppo caro. Meglio trattare con i russi. L’ennesimo romanzo del mercato a inizio. Il belga brama la Juve, lo Zenit alza il muro: poco importa se il contratto di Axel è prossimo alla scadenza. Chi lo vuole, deve pagare. Ma poco prima del gong finale del calciomercato, bianconeri e giocatore trovano l’accordo. Witsel sbarca in gran segreto a Torino: visite mediche. Ma nulla, lo Zenit cale il veto: se ne riparla a gennaio. A parametro zero? No, minimo a 6 milioni di euro. Intanto arriva l’inverno. Ci risiamo, e invece: ecco la Cina. Anche Axel inciampa nel fatato Eden della Super League. I cinesi offrono al giocatore un quadriennale da circa 18 milioni a stagione. E il Tianjin Quanjian di Fabio Cannavaro lo accoglie subito a braccia aperte.
La Cina? ‘No, resto alla Fiorentina’: applausi per Kalinic
Tempi moderni. Cene di mercato: cucina cinese. Kalinic assaggia il boccone, se lo gusta: poi decide. ‘Preferisco la tradizione italiana’. Firenze e la Serie A esultano: l’attaccante croato ha rifiutato una maxi offerta dal Tianjin di Cannavaro. Lasciando sul piatto un contatto da 12 milioni di euro a stagione. L’allenatore campione del mondo ci ha provato in tutti modi. Telefonate e corteggiamenti, ma nulla da fare: “Io resto Viola’. Già, calcio romantico.