Alla fine è successo un po’ a tutti: giocare da piccoli, cercando di fare bella figura davanti ai genitori. Testa sul campo ma qualche volta un occhio sugli spalti, per vedere un cenno di approvazione. Solo che quando il padre è uno come Andrea Pirlo, le cose si amplificano molto. “Ma la sua bravura è quella: fa il padre, non il giocatore o il personaggio”. Ed è forse la regola numero 1 per chi ha deciso di diventare allenatore: profilo basso e consigli sempre pronti. La sua carriera di allenatore partirà dalla Juventus, che è quasi come dire una seconda famiglia.
"Sugli spalti con i genitori"
La voce di poco sopra è di Cristiano Albrigi, presidente del Pecetto, squadra di un piccolo comune di poco oltre la collina torinese dove gioca Nicolò Pirlo. “Ha lo stesso ruolo del papà, che con noi si è sempre comportato in maniera eccezionale” racconta a Gianlucadimarzio.com. Da un lato te lo aspetti, ma dall’altro hai voglia di scandagliare meglio. Di capire, per conoscere il Pirlo che ha oltrepassato il confine, quello più difficile per chi gioca a calcio. “Quando Nicolò è venuto a giocare da noi, Andrea era ancora in America. Ma come poteva, veniva agli allenamenti e pure alle partite. Non era proprio usuale vedere sugli spalti uno come lui”.
Parlava? “Secondo lei?” ride. “Impossibile, è davvero riservato, non solo davanti alle telecamere. Ma questo non vuol dire che non fosse disponibile. Tutti i ragazzini che lo vedevano, gli chiedevano una foto: lui si fermava e la concedeva a tutti. Una volta si è anche presentato alla cena di Natale del club: a sorpresa, in mezzo ad altre trecento persone. Potete immaginare anche come mantenne un profilo bassissimo, fu una cosa che ci colpì molto”.
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Anche Cristiano Albrigi sa cosa voglia dire avere un padre dal passato di calciatore importante: Enrico è stato per anni in Serie A con il Torino, ma ha avuto spazio anche nel Verona, Catania, Livorno e Spal. Chi lo ricorda, sa che dai calci d'angolo era impressionante, un po' come Pirlo. Ora è direttore tecnico proprio del Pecetto, aiuta il figlio a portare avanti una società che ha deciso di puntare tutta sui giovani: “Una scelta che purtroppo l’anno scorso ci ha penalizzati con la retrocessione in terza categoria, ma quest’anno eravamo terzi e lanciatissimi per la promozione”. Che potrebbe arrivare grazie ai ripescaggi.
"Il regalo"
Per vedere Nicolò Pirlo tra i grandi, ci vorrà ancora un po’ di tempo. “Quest’anno giocherà nelle Juniores, ma sta davvero studiando come il papà”, dice sempre Cristiano. “Ha quelle movenze in campo e anche il suo carattere, e si vede che ha il sostegno del padre. Un anno ci ha fatto un grande regalo: le divise per la squadra con uno sponsor importante”. Un modo per far capire di essere di supporto, di essere presente.
"Il futuro"
Ma come sarà Pirlo senior da allenatore? “Con noi ha sempre avuto un atteggiamento di estremo rispetto: non ha mai voluto darci consigli, anche se è capitato qualche rapido confronto. Un allenatore ha bisogno di equilibrio, cosa che non gli manca di certo”. Basta vedere come si comporta sugli spalti, insieme a tutti gli altri. Lì non è al centro dell’attenzione, ma osserva. Un po’ come dovrà fare fra qualche mese, quando erediterà la squadra di Sarri, che cercherà di perfezionare settimana dopo settimana. Un test in famiglia non da poco, come diventare papà dopo averlo visto fare da tanti altri: ora gestire il gruppo sarà solo responsabilità sua.