Una storia vincente con il Barcellona e con la Spagna e un periodo molto difficile attraversato in silenzio, nella maniera più dolorosa. Dal Giappone, Andrés Iniesta torna a parlare dei mesi trascorsi combattendo la depressione e lo fa nella trasmissione “Salvados” in onda su “La Sexta”. Dopo le anticipazioni diffuse nei giorni scorsi, il centrocampista spagnolo ha ricordato tutto, senza filtri: “Le persone vengono mosse dalla voglia di fare e in una situazione del genere non hai niente, non senti le cose. Io desideravo solo che arrivasse la notte per potermi prendere una pastiglia e riposare. Quando soffri di depressione non sei te stesso".
"Quando sei così vulnerabile è difficile controllare i momenti della tua vita - continua il centrocampista, che passa poi a parlare della sua storia in blaugrana - magari avessi potuto giocare tutta la mia vita nel Barça, ma non potevo dare il mio 100% alla squadra". Poi anche i ricordi sulla rivalità con il Real Madrid dal 2010 al 2013: “La diatriba tra Real e Barça era dovuta principalmente a Mourinho; era lui la componente chiave dei rapporti non buoni tra i due club in quel periodo. Una situazione che oltrepassava qualsiasi limite e che ha fatto molto male anche alla Nazionale e ai compagni della Spagna. Tutto allora era surreale. Non si vedeva la solita rivalità ma si vedeva odio, quell’ambiente era insopportabile".
E ancora: "Il mondiale in Russia? Quando Lopetegui se n'è andato sportivamente parlando non fu un fatto positivo per noi. Non poteva esserlo in alcun modo e normalmente quello che comincia male finisce altrettanto male. Con Hierro ho parlato prima dell’ultima partita, non ho capito le sue decisioni - che ho rispettato, ma non ho condiviso. L’unica cosa che mi interessava era andare avanti in quella competizione”.