Una terra che ricorda dolci ricordi ai tifosi interisti, che questa sera vedranno giocare a Kiev la loro squadra contro lo Shakhtar Donetsk. Era il 4 novembre 2009 quando i nerazzurri affrontarono la Dinamo di Andriy Shevchenko. Una serata gelida e che stava per mettere a forte rischio il percorso in Champions League della squadra allenata da José Mourinho, oggi allenatore della Roma.
Proprio l’ex attaccante del Milan stava per infrangere il sogno – poi diventato realtà - di tutti i tifosi nerazzurri di diventare campioni d’Europa, quando al 21’ con un tiro velenoso beffò Julio Cesar. Quell’Inter non stava andando bene nella competizione e l’ultima posizione in classifica nel girone ne era una chiara dimostrazione. Bisognava vincere.
La svolta nei secondi 45 minuti
Primo tempo di dominio biancoazzurro, ma sarà il secondo tempo di quel match a far voltare pagina all’Inter. Dentro Thiago Motta e Balotelli, i nerazzurri devono vincere e pensare, poi, ad affrontare il Barcellona con tre punti in più in tasca. E i cambi di Mourinho, di fatto, si rivelarono azzeccati. La sua squadra attaccò con forza e determinazione, fin quando nei minuti finali del match l’impossibile diventò possibile.
La porta della Dinamo Kiev sembrava stregata, ma al minuto 86 ci pensò Diego Milito a segnare la strada verso il successo. L’ex attaccante argentino sfruttò una magnifica invenzione di Sneijder e in area con il sinistro non lasciò scampo a Bogush. Pari meritato, ma come detto bisognava vincere. Tre minuti più tardi ci pensò proprio l’ex trequartista olandese a far esplodere di gioia tutto l’ambiente nerazzurro, Mourinho compreso che si fece tutto il campo per andare ad abbracciare Julio Cesar. Sneijder si avventò su un pallone non trattenuto dal portiere avversario realizzando il gol della qualificazione.
La scalata verso la finale con il Bayern
Da lì iniziò la scalata verso il successo in Champions League. Seguiranno le magnifiche vittorie contro Chelsea agli ottavi, Cska Mosca ai quarti, Barcellona in semifinale e Bayern Monaco in finale. E questa sera, proprio a Kiev, l’Inter di Inzaghi potrebbe subito reagire dopo la sconfitta al debutto contro il Real Madrid.
Certo, la squadra di oggi è diversa da quella di undici anni fa, ma in comune hanno il tricolore cucito sul petto. Calciatori diversi, allenatori diversi, ma mentalità ancora oggi simile. Per certi versi anche l’Inter di Inzaghi sembra essere ‘pazza’, diversamente da quanto si è visto sotto la guida di Antonio Conte, più determinata e concreta nel chiudere le partite.
Lo Shakthar di Roberto De Zerbi
Questa sera alle 18:45 italiane i nerazzurri non affronteranno la Dinamo, ma lo Shakhtar Donetsk. Sulla panchina degli ucraini siede un allenatore che conosce molto bene la Serie A: Roberto De Zerbi. Fino alla passata stagione, il tecnico bresciano allenava il Sassuolo. Oggi, invece, è alla guida di una squadra che da anni è protagonista in Europa.
L’Inter arriva alla gara dopo aver ottenuto 14 punti in campionato, frutto di quattro vittorie e due soli pareggi. Shakthar che invece ha dovuto superare prima il Genk, poi il Monaco nei turni preliminari di Champions League. In campionato, la squadra di De Zerbi è seconda alle spalle della Dinamo Kiev capolista, in quanto ha ottenuto 22 punti dopo nove giornate (7 vittorie, un pareggio e una sconfitta), mentre nella competizione europea è stata sconfitta, a sorpresa, dallo Sheriff Tiraspol.
La strada verso la vittoria finale è ancora molto lunga, ma la storia di Kiev insegna. Sognare non costa nulla, ma realizzare qualcosa di importante anche in Champions League sarebbe veramente importante per questa Inter, diventata grande in Italia e che adesso vuole salire sul carro delle big europee.
A cura di Enrico Ianuario