Paul Scholes è uno dei più grandi di sempre. Lo dice la sua carriera, lo dicono i suoi numeri. Undici trionfi in Premier League, due vittorie in Champions e 66 presenze con l'Inghilterra. Sullo sfondo il Manchester United, al quale ha dedicato tutta la vita. Ci è cresciuto, ci ha giocato dal 1991 al 2013. Una bandiera, che non ha mai accettato offerte da nessuno: "Non sono mai venuto a sapere di qualche richiesta da qualche altra squadra - ha raccontato in un'intervista a tutto tondo ai microfoni di BBC Radio 5 Live - solo una volta ho parlato con un agente. Era il procuratore di Bryan Robson (allo United dal 1981 al 1994)".
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Quella telefonata riguarda molto da vicino il calcio italiano: "Ero in ritiro con la Nazionale inglese, stavamo giocando gli Europei del 2000 - ha spiegato Scholes - mi venne chiesto se fossi interessato o meno ad andare all'Inter. Questa è l'unica telefonata che io abbia mai avuto. Dopo non ho più sentito nulla e il direttore del club non mi ha mai detto nulla".
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Niente Inter dunque, allo United aveva tutto: "Stavo giocando nel mio club. Ero un ragazzo di Manchester, vincevamo sempre trofei. Se l'allenatore mi avesse detto che non mi voleva, sarei sicuramente andato via qualora ci fossero stati grandi club all'estero interessati a me. Ma in quel momento non avrei mai avuto bisogno di pensare a Barcellona, al Real Madrid o al Milan, perché ero nel più grande club del mondo".