Internazionale di nome e di fatto. Ventuno presidenti nella storia dell'Inter, trentanove trofei e un nuovo sogno: quello di tornare in tutto e per tutto sul podio del mondo. Un progetto cominciato con Thohir che ha oggi passato in via definitiva la mano a Steven Zhang, il ventunesimo patron della storia nerazzurra. Un avvicendamento già programmato, che porta il secondo volto straniero alla guida dello storico club milanese. Con tanti soldi, tanti progetti e tante ambizioni.
Perché di ambizioni
l’Inter ne ha sempre avute tante. Il primo Scudetto è arrivato a
due anni dalla fondazione, quando il presidente era Carlo De Medici: già
il terzo numero uno dei nerazzurri. Il primo? L’italiano (ma con
origini albanesi) Paramithiotti, che ha lasciato in pochi mesi la
presidenza a Ettore Strauss, altro italiano ma dal cognome straniero.
Così anche Hirzel e
Ansbacher (quarto e quinto), per non parlare di Hülss,
grazie al quale è arrivato però il secondo scudetto della storia.
Siamo nel 1920: ci vorranno altri 10 anni, cinque presidenti e un
cambiamento di nome per tornare a vincerne uno. Con Simonotti in
società e l’ungherese Weisz in
panchina, l’Ambrosiana vinse il suo primo titolo, che coincide con
il terzo della storia dell’Inter.
Poi,
un cambiamento vero. Con Pozzani (1931-1942) l’Ambrosiana-Inter
vinse due scudetti e la prima Coppa Italia. Fu
l’inizio a una serie di successi prestigiosi, che continuarono ad arrivare anche con la
guida di Masseroni ma soprattutto di Angelo Moratti. In tredici anni
di presidenza, l’imprenditore milanese ottenne 7 trofei, tra cui
le prime due Coppe Campioni e le prime due Coppe Intercontinentali.
Era la Grande Inter, quella di Herrera, quella dei tre Scudetti in
quattro anni.
Suo,
di Angelo, è il secondo posto come presidente più importante della
storia dell’Inter. Il primo? È del figlio Massimo, subentrato 27
anni dopo e vincitore di 11 coppe
a cui bisogna aggiungere le cinque durante la presidenza Facchetti,
che faceva comunque capo alla famiglia Moratti.
Successi,
nomi importanti. Internazionale di nome e di fatto. E ora con Zhang
comincia (o meglio, continua) una nuova sfida.