Inter, la carica degli eroi del triplete prima del derby. Cordoba: “Quella maglia è una fortuna che capita a pochi”. Pandev: “Quella volta che vincemmo in 9…”
Da Materazzi a Cordoba, da un difensore all’altro. Venticinque le presenze nell’anno del triplete. Lui che magari non era la prima scelta, ma che i tifosi dell’Inter hanno sempre apprezzato per grinta, cuore e attaccamento alla maglia. Un leader, di quelli silenziosi. Un carattere forte, che adesso a Spalletti farebbe comodo: “L’Inter deve ritrovare se stessa – racconta sempre in esclusiva alla Gazzetta dello Sport – la qualità nei primi mesi di campionato si è vista. Allora c’erano fame, compattezza, idee chiare su cosa fare in campo. I giocatori devono amare questa maglia, avere chiaro che essere all’Inter è un punto di arrivo dopo mille sacrifici“. Dodici le stagioni in nerazzurro per Cordoba, arrivato alla Pinetina a 24 anni scarsi e uscitone uomo – e vincente – a quasi 36: “Giocare con questa maglia: “E’ una fortuna che capita a pochi – continua – lottare per tornare in Champions già di suo è sbagliato. Bisogna avere in testa soltanto la vittoria. Poi magari non arriva, ma la mentalità deve essere quella. Anche perché il tifoso ti perdona un passaggio sbagliato, ma se invece non lasci tutto in campo…”. Servirebbe un confronto ai ragazzi di Spalletti, proprio come succedeva allora durante i momenti difficili: “Ci si chiudeva nello spogliatoio, si parlava e poi ognuno ne rispondeva a se stesso. Ma certe responsabilità uno deve volerle, non temere di esserne schiacciato”. La chiave per portare a casa i tre punti sarà: “La concentrazione sulle palle da fermo. Anche contro il Benevento sembrava impossibile che l’Inter segnasse, invece in due minuti su corner e punizione è arrivata la svolta».
A giocare ancora è Goran Pandev. Lui che all’Inter ha segnato da avversario non più tardi di quindici giorni fa. Lui che nei derby sa come essere decisivo, come successo il 24 gennaio del 2010. L’Inter vince 2 a 0, nonostante quella partita la finisca in nove. Gol e assist del macedone, che gioca 66 minuti di grande qualità. Sneijder e Lucio sotto la doccia in anticipo. Un ricordo: “Se sei una squadra unita puoi anche vincere un derby in 9 – racconta Pandev sempre alla Gazzetta dello Sport – Mourinho nell’intervallo, ancora sull’1-0 e in dieci, ci disse che anche se ce ne avessero espulso un altro l’avremmo vinta. Andò proprio così”. Anche perché quell’Inter non si scioglieva davanti alle difficoltà: “Nei momenti di crisi ci chiudevamo nello spogliatoio. Parlava Zanetti o chi capitava e ne venivamo fuori con la forza del gruppo e l’umiltà. L’Inter è una delle grandi mondiali, quella maglia pesa, devi sentirla fino in fondo. Sempre. E se dai tutto, quei tifosi speciali ti sanno trasmettere una carica incredibile. Altrimenti ti prendono di mira. E visto il momento credo che giocare “in trasferta” sia meglio. Se vai in campo arrabbiato e concentrato poi Dio ti aiuta. Lo si è visto proprio in Genoa-Inter, ma al contrario anche in Bologna-Genoa. I ragazzi di Spalletti comunque devono stare tranquilli, anche per il vantaggio in classifica. Hanno tutti i mezzi per vincere il derby. E a quel punto la Champions non gliela toglie nessuno».