La vittoria contro il Tottenham in Champions League ha ridato serenità all'ambiente Inter, dopo un avvio di stagione difficile: i nerazzurri si augurano che il risultato di martedì possa essere la svolta anche per il campionato; e a proposito di svolte, chi ne cerca una personale è sicuramente Joao Mario. Il centrocampista portoghese, ai margini l'anno scorso e poi in prestito al West Ham, in estate avrebbe potuto definitavamente lasciare Milano. La sua cessione però non si è concretizzata e ora l'ex Sporting vuole riconquistare Spalletti e la fiducia dei tifosi.
"Voglio trasformare i fischi in applausi - ha detto in un'intervista esclusiva a Sky Sport - perché è sempre difficile quando i tifosi della tua squadra ti fischiano. Però li capisco, forse c'è un problema di linguaggio del corpo: ogni tanto sembra che non ci sono ed è una cosa che devo migliorare. Potevo andare via? Sono rimasto ed è questo quello che conta, ora ho la testa pulita e voglio mettermi a disposizione: ho imparato che qui devo sempre dare il massimo e non ci sono scuse per i miei atteggiamenti: devo cambiare".
Ma cosa ha influito sulle sue prestazioni al di sotto delle aspettative nel primo anno di Inter? Joao Mario risponde così: "I 40 milioni (più bonus, ndr) spesi per il mio cartellino non sono mai stati un problema per me - ha ammesso - semmai una motivazione per fare meglio: credo che due anni fa fosse il prezzo giusto. Il primo anno fuori dal Portogallo è stato difficile: arrivare con un progetto preciso forse avrebbe cambiato le cose anche per me". (Si riferisce agli esoneri di De Boer e Pioli, ndr)
Toccherà a Spalletti credere nuovamente in lui: "Il rapporto con lui è buono e non è un problema - ha concluso Joao - l'anno scorso sono andato a giocare in Premier perché non volevo perdere la nazionale. Ora sono più maturo e sono pronto per giocare: Spalletti mi ha detto che quando avrà bisogno di me, mi farà giocare".