Fredy Guarin cuore nerazzurro. Il giocatore dello Shangai Shenhua non ha certo dimenticato gli anni trascorsi a Mialno tanto che “l’Inter è la mia famiglia, riportatemi a casa – ha dichiarato nell’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport -. I soldi non sono un problema, pur di tornare accetterei anche un quinto dello stipendio attuale. L’anno scorso ne parlai con Ausilio, ma le condizioni economiche impedirono il mio ritorno. C’era De Boer e parecchia confusione, ma volevo tornare a tutti i costi. Mi mancano l’Italia e l’Inter però non mi pento della scelta”.
Eppure il colombiano fu a un passo anche dalla Juve in quell’operazione che vide coinvolto Vucinic nel 2014: “Volevo restare, fu Mazzarri a spingere per arrivare a Vucinic. La Juve mi voleva già quando arrivai in Italia, ma avevo fatto la mia scelta. Durante quel gennaio mi consideravano un traditore, ma se l’allenatore ti dice chiaramente di andare via inevitabile fare valutazioni differenti. Sarei andato alla Juve nell’anno della finale di Champions a Berlino, ma non importa: sono felice per come sono andate le cose”.
Ci mise una pezza quel Moratti considerato “un padre per me, decisivo per la mia permanenza insieme a Zanetti e Cordoba. Non posso però dimenticare i ragazzi della Curva e la loro manifestazione d’affetto per convincere la società a trattenermi”.
Due anni dopo poi, l’addio: “Per il Financial Fair Play. Furono chiari: ‘Tu e Icardi siete gli unici con un valore economico importante, abbiamo bisogno di denaro’. Non fui obbligato ma la mia cessione fu importante per le casse. Fu l'unico aspetto positivo della mia partenza”.
Infine, una previsione sullo Scudetto: “La Juventus rimane la favorita, ha la squadra migliore, ma quanto mi piace la grinta di questo Napoli...”.
L’intervista integrale su La Gazzetta dello Sport di oggi.
