L’Olimpico è una Luna Park e Immobile è l’attrazione principale. La Lazio è vestita a festa, mancano solo i fuochi d’artificio: Correa danza in area, Luis Alberto disegna traiettorie, Milinkovic corre per tornare quello vero. Poi c’è Ciro, che fa sempre gol. Due anche all’Udinese, in un 3-0 senza storie. Potevano essere di più se il numero 17 non avesse lasciato il rigore a Luis Alberto.
Lo aveva già fatto con Caicedo poche settimane fa, in quell’occasione andò male, ma Immobile è fatto così. Gli vogliono tutti bene anche per quello. Lo stimano fuori e lo cercano in campo, lui ricambia segnando per la squadra. Già 17 in 14 partite, a questo punto della stagione solo due giocatori nella storia della serie A avevano fatto lo stesso: Angelillo con l'Inter nel 58/59 e Felice Placido Borel con la Juventus nel 33/34.
HIGUAIN NEL MIRINO
Bisogna ricorrere al passato per trovare concorrenti degni di un Ciro in versione conquistatore. Segna da 8 partite consecutive tra club e campionato, è già arrivato a quota 21 complessivi in stagione. Ha il mondo in mano. Due anni fa, dopo una stagione da 41 gol, aveva buttato lì una battuta “menomale che capocannoniere lo sono già diventato, perché con Ronaldo sarà molto più complicato...”.
Ora punta molto più in alto, perché il portoghese è staccato di 12 reti. Nel mirino c’è Higuain e quel record da 36 gol in campionato. L’obiettivo è concreto, se mantenesse questa media realizzativa potrebbe toccare vette impensabili. La stagione record del Pipita è quella 2015/16, Ciro sta già facendo meglio: l’argentino il primo dicembre era a 12 gol, Immobile ne ha già 5 in più.
Quest’anno sembra poter fare qualsiasi cosa, lo dicono i numeri. Ha centrato il gol numero 100 con la maglia della Lazio, sta scalando la classifica dei migliori bomber della storia biancoceleste, ha convinto anche in Nazionale. La sfida è solo con sé stesso. E con quel record del passato, perché oggi nessuno gli sta dietro.