Davide Merola ha sedici anni, gioca nell’Inter da quattro e migliora ogni stagione che passa, sempre di più. Nonostante lo scetticismo di alcuni ‘ha segnato quest’anno ma si fermerà’, nonostante una stazza brevilinea, tutto il contrario di Zlatan Ibrahimovic. Le premesse sono buone, buonissime. Di chi potrebbe diventare qualcuno, un giorno, se dovesse continuare così, soprattutto in campo. Ma il punto è un altro: a Davide basterebbe restare il ragazzo che è per diventare qualcuno, un giorno, in campo. Serio, discreto, posato, riflessivo. Silenzioso: preferisce dimostrare con fatti. Professionista nonostante la giovanissima età, pensa solo a giocare, far bene e crescere. Perché tanto le qualità con un pallone tra i piedi sono naturali. Davide Merola crede nella famiglia, e proprio grazie a suo padre - che si è trasferito a Milano per motivi di lavoro - ha conosciuto una nuova città, a 12 anni. Ha conosciuto un’altra vita, e si è fatto conoscere pure in campo, a suon di gol a raffica.
Dal Santa Maria Capua Veterea al Capua, fino all’Inter. Sempre sotto l’ala protettrice di Vincenzo Raiola che oltre a essere stretto collaboratore e cugino del più famoso Mino, è anche colui il quale assiste da molto vicino giovani come Gigio Donnarumma e Moisés Kean. Uno di quelli che lavora al buio e bada ai fatti. Su Merola c'erano numerose squadre: la Juventus lo invitò a Vinovo, la Roma a Trigoria, senza dimenticare l’interesse di un Napoli che ci provò inutilmente. Davide però tifa Inter e sceglie l’Inter, squadra con cui sta strabiliando tutti, soprattutto nell’U-17 dove termina le stagioni quasi sempre da capocannoniere. Squadra per cui ha anche pianto dopo la sconfitta nella finale della Manchester United Premier Cup. "Davide è un ragazzo che ha il gol nel sangue. È un attaccante che molti paragonano a Montella o Di Natale, piccolino di statura, ma molto formato muscolarmente. Rapido, sgusciante, forte tecnicamente e dotato di un sinistro micidiale. Davide è sempre al posto giusto al momento giusto. Anche in questi primi sei mesi di stagione si è fatto notare: tra gare di campionato e quelle con la nazionale ha già segnato più di 20 gol” racconta Vincenzo. Che tipo di ragazzo sia fa capire molte cose di lui: “Ha un carattere eccezionale, è un ragazzo semplice e molto umile, si accontenta di poco ed è molto disposto al sacrificio. Pronto al grande salto? Dico solo che se continua così ci sarà da divertirsi. Ho molta fiducia in lui. Penso potrà essere il prossimo a compiere un grande passo”. Esplosivo, gran tiro mancino e movimenti da attaccante moderno che aiuta anche la squadra. Van Persie e Palacio i suoi punti di riferimento. Età? Carta (d’identità) canta un bel 2000, della serie ‘the next generation is coming'.
Il nuovo che avanza. E se questo nuovo è promettente e di ottima qualità allora ancora meglio per il nostro calcio. Di nomi ce ne sono, come ci racconta sempre Vincenzo in esclusiva. "Su tutti penso - anche per ordine di età - che Luca Pellegrini della Roma e Matteo Gabbia del Milan meritino una menzione particolare, sono giocatori eccezionali: li vedremo presto in A. Poi ce ne sono tanti altri: Carnicelli del Cesena, Sbordone e Tripaldelli della Juventus, Capanna del Genoa, Semeraro, Calafiori e Rosa della Roma, Armini e Russo della Lazio, Carlino dell’Inter, De Rosa del Novara, Corbo e D'Amato dello Spezia, Reale e Havlena dell Entella. Tutti ragazzi da seguire con attenzione e che hanno un futuro importante”.