Da campione d'Inghilterra a giocatore fuori squadra e per di più multato ogni settimana. Da attaccante infallibile e trascinatore che ha segnato 14 gol in poco meno di quattro mesi di Premier a 'pacco' scaricato dal proprio allenatore via sms. Oggi appesantito e con una forma tutt'altro che da campione.
Un mondo al contrario quello di Diego Costa. Che a gennaio è stato a un passo dal Tianjin di Cannavaro per 107 milioni, dove avrebbe potuto guadagnare 35 milioni di euro netti all'anno e che invece, adesso, si trova in Brasile a tirare quattro calci a un pallone nei campetti della sua Lagarto, semplicemente per divertimento, tra amici.
Fatale fu una lite di metà gennaio con il suo (ormai ex) allenatore Conte, ferita che col tempo è diventata incurabile. Al Daily Mail, l'attaccante brasiliano - ma con passaporto spagnolo - che interessa anche al Milan ha raccontato tutta la sua verità, senza freni, com'è lui. Sanguigno e sincero.
“Sto solo aspettando che il Chelsea mi liberi. Non volevo andarmene, ero felice lì. Ma quando l’allenatore non ti vuole, puoi solo andartene. Spero che il mio passaggio all’Atletico si risolva entro questo mese. La mia idea è chiara: viaggiare a Madrid, allenarmi, rimettermi in forma e andare al Mondiale. Ma sono anche disposto a restare un anno fermo in Brasile, senza giocare, con il Chelsea che mi sanziona senza pagarmi lo stipendio. Vogliono che mi alleni con la squadra riserve, senza nemmeno poter entrare nello spogliatoio della prima squadra. Non vogliono che entri a contatto con i miei ex compagni di squadra. Non è giusto: non sono un criminale. Mi stanno multando ogni settimana ma la verità è che a me non interessano i soldi. Mi volevano vendere in Cina oppure in altre squadre ma io voglio andare solo all’Atletico e non dove mi pagano di più. Perché non mi lasciano andare se non mi vogliono?!”.
In chiusura, parole dure per Conte. “Bisogna saper dire le cose in faccia, non via sms. Ho ricevuto quel messaggio in ritiro con la Spagna, mi trovavo solo, chiuso in stanza. L’ho subito fatto leggere ai miei compagni e non riuscivano a crederci. Conte è un grande allenatore, non contesto il suo lavoro. Però non posso dire lo stesso del suo atteggiamento, di che persona è”.