"Perché mi piace Valentino Rossi? Perché è uno che non molla mai, come me". Chi può dargli torto? Alla tenera età di 36 anni è Hicham Miftah il bomber più prolifico, dalla serie A alla serie D. Gli sono bastate 5 partite e il "falco" l'ha messa dentro nove volte. Con le sue reti sta facendo volare il piccolo Lentigione, club dell'omonima frazione di Brescello: primi a pari merito con 13 punti nel girone D. Hicham non è nuovo a questi exploit e già nel Crociati Noceto, realizzò otto gol nelle prime sei partite: è l'incubo delle difese di serie D.
Miftah ha giocato diverse stagioni tra i professionisti, con le maglie di Reggiana, Como, Crociati Noceto e Catania, mettendo a segno 31 gol. Ma il suo habitat naturale è la serie D, categoria nella quale ha segnato quasi 100 gol. Pur di avvicinarsi a casa è sceso anche in Eccellenza, dove, in due campionati, ha siglato quaranta reti. "Ho girato tante squadre e avrei avuto ancora opportunità importanti nel professionismo, ma alla fine ho scelto di avvicinarmi a casa" - dichiara Miftah ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com - " I bambini ormai cominciano ad andare a scuola e allora non era più il caso di girare l'Italia. Dall'Eccellenza siamo passati in D e adesso gioco e mi alleno a 15 minuti da casa, Sant'Ilario. Quest'anno tra l'altro, ho fatto il mio record personale con 9 gol in 5 partite. Ho rischiato ed è andata bene".
In passato le occasioni non sono mancate: "Sono arrivato qui in Italia a otto anni e dopo poco tempo mi trovai nella squadra della parrocchia. Le prime partite le disputai con il Delta Caneto. Me la cavavo e mi notò un osservatore del Parma, così passai nelle giovanili dei gialloblù. Non ebbi molta fortuna, ma in fondo di quella squadra solo Zoboli ha poi giocato in serie A. La svolta arrivo nel Pizzighettone, stagione di serie D 1999-2000: avevo 19 anni e quei 17 gol mi aprirono le porte del professionismo. La grande occasione? In serie B, a Catania, stagione 2003-2004, ma non giocai tanto. Ebbi la sfortuna-fortuna di trovarmi in squadra un grande campione, uno che sapeva dare del tu al pallone, Luis Oliveira. Tocco di palla, fiuto del gol, grande classe: che giocatore".
Il "falco" Hicham Miftah
E' osservando da vicino "Lulù" che è nata l'esultanza del falco? "No, in realtà l'esultanza del falco è nata nel Pizzighettone. Col tempo è diventata il mio marchio di fabbrica. Quando un falco va in picchiata non c'è niente da fare per la preda e così deve fare un attaccante: quando la palla capita lì in area non deve avere pietà". Il "falco" ma anche il "Romario della Bassa padana": "(ride) Magari. Romario ha ispirato il mio gesto tecnico preferito: stop di petto, sombrero e rabona, una combo. Ricordi i tempi del Barcellona? Il massimo. Appena posso tento sempre questa giocata e spesso mi riesce. In tutte le squadre in cui sono stato l'ho fatta. La mia qualità preferita? La velocità. Cadregari ai tempi del Brescello diceva sempre: 'Voi date palla all'arabo, e tu pensa solo a correre' ".
Quindi Romario era il tuo idolo? "Non ne avevo. Nessun mi ha ispirato nel calcio, solo istinto e passione. A chi mi chiede chi è il mio modello io, scherzando, rispondo sempre: 'me stesso'. Però ho una grande stima per Valentino Rossi, mio coetaneo. E' uno che come me non molla mai, sempre sul pezzo: la gente così mi piace da impazzire. Idolo". In carriera hai mai fatto qualche bravata? " (risata contagiosa). Non si possono dire, ne ho fatte tante e devo ammettere che mi sono sempre divertito, sono stato fortunato. Adesso però ho famiglia e ho messo la testa a posto. Quando non gioco faccio il broker, un'attività mia che è anche una passione".
Hicham, ci riuscirai a tornare tra i professionisti con il Lentigione? "Sarebbe un sogno. Se possiamo puntare alla promozione lo vedremo nel corso della stagione, per ora, come si dice in questi casi, pensiamo a superare la quota dei 40 punti. Poi nel calcio può succedere di tutto e magari potrei ritrovare la Lega Pro a due passi da casa". Cosa farai "da grande"? "Io mi diverto e mi piace il clima della squadra, lo spogliatoio, gli scherzi con i compagni. Il giorno che arriverò al campo senza sorriso sarà arrivato il momento di smettere. Poi si vedrà, mi piacerebbe continuare, magari come allenatore. Se sarà possibile, altrimenti mi guarderò intorno". Non è ancora il momento. Per ora testa bassa, "giù in picchiata" e "gas a martello", come il falco e Valentino Rossi...