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Data: 08/12/2022 -

Il maniaco del lavoro che ha trascinato la Corea del Sud ai Mondiali: Hwang Hee-Chan raccontato da chi l’ha lanciato in Europa

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La nostra intervista a Peter Zeidler, allenatore del San Gallo che ha lanciato Hwang Hee-Chan nel mondo Red Bull
La nostra intervista a Peter Zeidler, allenatore del San Gallo che ha lanciato Hwang Hee-Chan nel mondo Red Bull

Hai diciannove anni, non hai mai vissuto lontano da casa e la tua vita è sempre stata più o meno la stessa. Le tue abitudini, la tua routine, la tua famiglia. Poi all’improvviso lasci tutto e parti per una città a ottomilacinquecento chilometri di distanza. La storia di Hwang Hee Chan - attaccante del Wolverhampton - è iniziata così. Da Chuncheon a Salisburgo, dalla Corea del Sud all’Austria. “Era la sua prima esperienza all’estero e non sapeva neanche la nostra lingua”. A parlare è Peter Zeidler, allenatore del San Gallo che fu la guida di Hwang nella sua prima parentesi europea. Nei Mondiali in Qatar è stato forse il migliore dei suoi. Il gol (qualificazione) contro il Portogallo e un’ottima prestazione con il Brasile. Di tempo ne è passato e il ragazzo di Chuncheon è diventato grande.



Dall’arrivo in Europa ai Mondiali con la Corea del Sud: Hwang Hee-Chan raccontato da Peter Zeidler



Facciamo ordine e torniamo nel passato. Hwang Hee-Chan nel 2014 viene scovato in Corea del Sud (nelle giovanili dei Pohang Steelers) dagli scout del Red Bull Salisburgo e viene subito portato in Europa. Gli austriaci ci puntano molto, ma prima va fatto crescere ancora un po’. Un anno nelle giovanili del Salisburgo, dopodiché va a farsi le ossa nella squadra satellite, il Liefering. A guidare il club in seconda divisione c’è Peter Zeidler, allenatore che oggi guida il San Gallo in Svizzera. “Io l’ho allenato nel 2015 e nel 2016. Quando arrivò in Austria non aveva la mentalità di un calciatore europeo, ricordo che rideva sempre ma era anche molto concentrato” racconta Zeidler ai microfoni di gianlucadimarzio.com.

 

 

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Hwang Hee-Chan ha appena diciannove anni, ma nonostante le grandi difficoltà di ambientamento si mette subito sotto per migliorare. In allenamento, a casa, anche durante il riposo: “Una volta ci allenammo due volte in un giorno e la sera vidi lui nella piscina a fare degli skip alti. Gli dissi: ‘Ma cosa stai facendo?’ e lui: ‘Devo diventare più veloce’. Voleva sempre lavorare, a volte anche troppo. Fuori dal campo ricordo che rideva sempre, cercava sempre di socializzare con i compagni anche se non parlava la nostra lingua. È un ragazzo molto sensibile: le prime partite con il Liefering quando non segnava era sempre molto dispiaciuto, spesso addirittura piangeva”.



Nel Liefering passerà una stagione e mezza, prima di diventare un punto fisso del Salisburgo. “È dinamico, ha una grande forza mentale. Non si arrende mai e poi vuole sempre segnare. Le sue qualità le avevo viste già dall’inizio. Lui è un classe 1996, nel 2015 era davvero giovanissimo e prima di andare nel Salisburgo aveva bisogno di crescere nel Liefering. Fu la scelta migliore”. Nel Liefering, Hwang inizia pian piano a prendere fiducia con un mondo nuovo. Il pallone inizia a farsi sempre più pesante, le responsabilità aumentano e le qualità vengono fuori. (QUI LE PAROLE DI ZEIDLER SUL MONDO RED BULL)

 

 

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Lui nasce come prima punta, ma lì davanti può giocare un po’ ovunque: “Può partire sia da prima punta che da ala offensiva. Una delle sue qualità è proprio quella di poter giocare in diverse posizioni”. Un metro e settantasette per settantasette chilogrammi. Un’ottima struttura fisica, velocità nello stretto, forza in allungo e con grande qualità. “Quando ha il pallone tra i piedi è difficile fermarlo, è molto bravo dal punto di vista tecnico. Anche in velocità è straordinario, soprattutto nei primi metri. Infine dal punto di vista mentale è davvero fantastico, vuole sempre vincere. Ha questa grande qualità che è davvero importante per arrivare ai livelli più alti. Io ho anche allenato Minamino, loro sono arrivati insieme. In Takumi non vedo questa forza mentale a differenza di Hwang Hee-Chan”.



Bento (ct della Corea del Sud) nei Mondiali lo ha utilizzato come esterno sinistro, ma Hee-Chan può svariare. “Ogni giocatore può migliorare. Dipende dalla sua squadra, dal suo allenatore. Lui ha tutto, dalla tecnica alla forza mentale. Non ha le doti di Mbappé o Messi ma può essere un ottimo giocatore. La prova l’abbiamo avuta nelle partite contro il Brasile e il Portogallo. È difficile paragonarlo a un altro giocatore. Forse mi ricorda un po’ Aguero”. Per Zeidler è un giocatore completo. 

 

 

 



La carriera di Hwang Hee-Chan ha avuto tante altre tappe oltre all’Austria. Dal 2016 al 2018 è stato il titolarissimo dell’attacco del Salisburgo, poi è stato girato un anno in prestito all'Amburgo. Una volta tornato ha cominciato a segnare a raffica, guadagnandosi il salto nel Lipsia. In Germania ha avuto una parentesi poco felice, così nel 2021 ha detto addio alla famiglia Red Bull. A credere in lui è il Wolverhampton: il presente di Hwang è la Premier League.

 

La Premier League ma anche la nazionale sudcoreana. Perché se dobbiamo parlare del presente allora bisogna spendere qualche parola sul suo Mondiale. Era rimasto in panchina nelle prime due partite del Girone H contro Uruguay e Corea del Sud, così ha dovuto aspettare la chance all’ultima giornata. Bento lo fa entrare contro il Portogallo al 66’, la Corea del Sud ha bisogno di un gol per andare agli ottavi e mandare a casa l’Uruguay. Venticinque minuti dopo Hwang Hee-Chan la butta dentro e regala la qualificazione alla Corea del Sud. Per incoronare il momento si toglie la maglia e corre sotto la curva. Il tutto senza sorridere e lasciarsi andare alle emozioni. 

 

 

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Non è riuscito a ripetersi agli ottavi con il Brasile, così come la sua nazionale, uscita a testa alta contro una delle favoritissime per alzare la coppa. Contro la Seleçao, Hwang Hee-Chan è stato comunque il migliore dei suoi: “Contro il Brasile ha avuto cinque palle gol. Loro hanno una bella difesa ma lui è comunque arrivato in porta cinque volte. Anche il modo di calciare è eccellente dal punto di vista tecnico. Tira da fuori, al volo. Sono orgoglioso di lui e anche stupito perché ha fatto tutto ciò contro il Brasile”.

 

Non è più giovanissimo, ma di tempo ne ha ancora davanti. Competitivo, con la voglia di spaccare il mondo e il sorriso stampato in viso: il ritratto di Hwang Hee-Chan firmato da Peter Zeidler. 



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