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Data: 16/12/2016 -

Honved, orgoglio italiano. Cordella, Rossi, Inguscio e Lanzafame raccontano il loro piccolo miracolo sportivo

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Italians... Oltre al Chelsea di Antonio Conte e al Bayern di Ancelotti, c'è un'altra squadra "italiana" in testa a un campionato estero. Fame di calcio e voglia di emergere hanno spinto Marco Rossi e il suo vice Cosimo Inguscio nella fredda Budapest. Un duro lavoro portato avanti da quattro stagioni e adesso, grazie anche ai gol del "bomber" Davide Lanzafame, il glorioso Honved sta lottando con i giganti del calcio ungherese, Ferencvaros in testa. Trentaquattro punti dopo 19 giornate significano vetta della Nemzeti Bajnokság I, a pari merito con Videoton e Vasas. E dire che l'obiettivo di inizio stagione, con un budget di appena 1,3 milioni, era la salvezza. Ma si sa, Italians do it better...

Deus ex machina di questo piccolo miracolo sportivo è Fabio Cordella, il papà del progetto Honved. Il dirigente pugliese non è nuovo a queste imprese. Nel 2007, insieme a Francesco Moriero, ha portato gli ivoriani dell'Africa Sports a vincere un titolo a quasi 10 anni di distanza dall'ultimo trionfo. Il tentativo di bissare il successo con l'Honved, dopo 4 anni di duro lavoro, si sta concretizzando quest'anno. "Già, l'Honved è una mia creatura" - dichiara un orgoglioso Cordella ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com - "Rossi e Inguscio li ho portati io e la squadra, dai più giovani ai più esperti è quella che ho costruito io. Nel corso degli anni ho portato giocatori come Raffaele Alcibiade e Davide Lanzafame. Tutto è cominciato nel marzo 2011. L'ex presidente del Treviso, Setten, mi chiese di fare una due diligence in Ungheria, per conto suo, al Vasas. Il presidente del Vasas apprezzò il mio lavoro e mi segnalò a Hemingway, che cercava un direttore generale e sportivo: era maggio 2011 e su consiglio di Dal Cin accettai. Rimpianti di mercato? Del Piero, nel 2014 siamo stati a un passo dalla firma. Avevamo fatto tutto ma non potevamo assicurare i documenti necessari in 24 ore e così scelse l'India. Siamo stati vicini anche a Miccoli, solo che mi ero dimesso e quindi Fabrizio fece saltare tutto".

Primo posto dopo 19 giornate, è arrivato il momento giusto per l'Honved per riportare a casa il titolo dopo 23 anni? "Sì, perché quest'anno è un campionato molto equilibrato. Chi vuole vincere spende tra gli otto e i quindici milioni, il Ferencvaros ne spende più di 20. L'Honved ha un budget di appena un milione e 300 mila euro.Se l'Honved fa due ritocchi, e cercherò di dare una mano in tal senso, può sperare di vincere il campionato". Cordella continua a dare una mano quindi? "Nel 2015 è maturata la decisone di andare via. Ho continuato a dare una mano e quest'anno, ad esempio, ho riportato Davide Lanzafame, oltre ad altri giocatori.Il motivo del mio addio all'Honved fu una chiamata dalla Sampdoria, da parte dell'avvocato Romei, che mi chiese disponibilità immediata e mi sono dimesso un secondo dopo: poi è sparito. Quest'anno avevo un incarico ufficiale dal Perugia e dall'Ascoli: mi hanno chiesto di trovare profili del '98 interessanti. Sono stato con Matteo Materazzi e abbiamo selezionato sei o sette profili che a breve arriveranno. A parte questo in Italia per me non si muove niente. Ho avuto un'altra offerta dall'estero e la accetterò...".

Per il "condottiero" Marco Rossi è la quarta stagione alla guida degli ungheresi. L'Honved reggerà il passo? "Mancano ancora 14 partite e c'è un mercato di mezzo durante il quale Videoton e Ferencvaros sicuramente si rafforzeranno. Probabilmente lo farà anche il Vasas. L'Honved, che continua ad avere il budget più basso della serie A, farà fatica. Sarà difficile arrivare al titolo. Gli altri dispongono di risorse e strutture nettamente superiori alle nostre. Questo primo posto è quasi miracoloso e inaspettato. L'obiettivo di inizio stagione era la salvezza e nessuno poteva aspettare la nostra posizione. Era più di 20 anni che dopo 19 giornate l'Honved non stava in testa alla classifica. La squadra sta facendo il massimo ora spetta a noi mantenere la stessa fame e rabbia agonistica. A gennaio non possiamo muoverci più di tanto. Nella migliore delle ipotesi possiamo tesserare un giocatore in più e dovrà essere ungherese. Non possiamo tesserare stranieri. Ne abbiamo già quattro e non ne possono giocare più di tre e spesso mi viene chiesto che ne giochino solo uno o due. Staff? E' composto da me, Cosimo Inguscio e da quest'anno è entrato a farne parte Giovanni Costantino che fa da match analyst e assistente di campo. Con noi ci sono un preparatore atletico e un preparatore dei portieri ungheresi. Non dobbiamo porci limiti e dobbiamo giocare con la consapevolezza che in questo campionato tutto è possibile. Non ci sono squadre che hanno fatto il vuoto, come è successo due anni fa con il Videoton e l'anno scorso con Ferencvaros e quindi il massimo obiettivo era il secondo o terzo posto. Quest'anno in ogni partita può succedere di tutto".

Cosimo Inguscio è il vice allenatore. Anche per lui l'Honved è una scelta dettata dalla voglia di emergere e adesso è arrivato il momento giusto per cogliere i frutti di anni di sacrifici: "C'erano i presupposti per fare bene, perché è un progetto al quale stiamo lavorando da diverse stagioni. Certo trovarsi in testa con 34 punti con Vasas e Videoton e sopra il Ferencvaros va al di là di ogni aspettativa. Livello? Fino a quando non lo provi rimani sicuro del fatto che si tratti di un calcio minore e per certi versi lo è. Però dal punto di vista della professionalità non si può dire nulla, sia per quanto riguarda i giocatori, che per la società. Le strutture sono ottime e quasi tutte le squadre di serie A sono dotate di impianti nuovi, compreso l'Honved. Titolo? Secondo me Videoton e Ferencvaros, che lotteranno fino all'ultimo, hanno qualcosa in più. Noi faremo di tutto per agganciare almeno il quarto posto utile a disputare i preliminari di Europa League. Come si vive in Ungheria?All'inizio rifiutai il pensiero di poter stare così a lungo in un Paese così freddo. Un altro aspetto che non mi convinceva sono le diverse abitudini alimentari. Però alla fine il bilancio è positivo anche perché c'è sempre molta gente disposta a darti una mano. Gli ungheresi sono persone molto garbate e a modo. Siamo arrivati in punta di piedi senza la volontà di voler stravolgere tutto. Poi con il tempo abbiamo cercato di imporre alcuni concetti nostri, soprattutto quello riguardante l'alimentazione. E stato difficile all'inizio far capire quanto influisse sulla prestazione sportiva. Passo dopo passo ci siamo riusciti. Gli ungheresi sono ben disposti a imparare cose nuove, ma sono anche consapevoli della loro storia: negli anni '50 erano i più forti".

Nel nostro viaggio nel "mondo Honved" non poteva mancare la tappa a casa Lanzafame. Davide è il bomber della squadra con 7 gol in 12 presenze, appena uno in meno dalla vetta della classifica dei cannonieri. "La squadra è molto giovane e da subito ho capito che potevamo ambire a entrare tra le prime tre. In effetti stiamo facendo un ottimo campionato, ma non mi sarei mai aspettato di stare in vetta. Ben venga, vuol dire che stiamo lavorando bene. Segnare? Non è mai semplice, in qualsiasi campionato. E' un calcio diverso, meno tattico, e questo può agevolare un giocatore come me. C'è molta più fisicità e viene data priorità allo spettacolo. Come mai sono tornato? E' stata un scelta ponderata e non semplice. Ho deciso per questa strada perché secondo me può dare una svolta alla mia carriera, che ha avuto alti e bassi. Titolo? Non è semplice perché Videoton e Ferencvaros si rafforzeranno e quindi le ultime quattordici giornate saranno veramente dure. Ma noi cercheremo di dargli filo da torcere. Alla ripresa avremo anche gli ottavi di finale della Coppa Nazionale, ce la vedremo con il Ferencvaros: è sicuramente un altro obiettivo. Chi temo di più? Penso che il Videoton sia la squadra da battere, quella più attrezzata, con un tasso tecnico superiore alle altre. Classifica dei cannonieri? Non è la mia priorità, ma chiaramente mi farebbe piacere. I gol devono servire alla squadra e spero che un buon bottino possa aiutare anche me per il mio futuro".



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