Oggi portiere del Burnley, in passato un'annata non indimenticabile con il Torino ma soprattutto oltre 300 presenze in maglia Manchester City. E proprio della sua ex squadra Joe Hart è tornato a parlare così, ricordando i compagni migliori...e quelli giudicati male. "Un giorno tra noi arrivò 'il mago', ma all'epoca non avevo idea che fosse lui", racconta il classe '87 al podcast Kickback. "Era costato 30 milioni, piccolino, lento, calciava solo di sinistro e non sapevo nemmeno in che ruolo giocasse". Nome e cognome? David Silva, oggi alla decima stagione tra i Citizens.
"Mi era sembrato subito simpatico", continua Hart. "Ma non parlava granché inglese e all'inizio ci mise un po' prima di farci rendere conto della sua consistenza e della sua qualità: semplicemente un tuttofare, un giocatore completo e senza difetti al di là del fisico". Poi la magia più grande di Silva, secondo l'ex compagno: "Poteva fare assist, segnare, giocare una gara pazzesca. Ma se vinceva un contrasto o un duello aereo, non avrebbe saputo dirti com'era successo".
Un anno dopo David Silva, per Hart fu il momento di ammirare l'arrivo a Manchester di Aguero. "Lui è implacabile. Lo dico spesso quando parlo con i miei colleghi portieri su come mettere pressione agli attaccanti: il Kun non solo avanza a testa bassa e colpisce, ma percepisce ogni situazione. Se vai giù in anticipo ti batte con un tocco sotto, se rimani in piedi ti sorprende comunque. Non penso che sappia quello che fa, è semplicemente il suo istinto. E' l'uomo che fa la differenza".
Un fuoriclasse assoluto, che Hart inserisce nel podio dei suoi tre migliori compagni di sempre, con la maglia del City. "Sì, insieme a Silva e a Kompany". Più di 1000 presenze in tre, e un buon pezzo dei 12 titoli conquistati dagli azzurri di Manchester nell'ultimo decennio. Come darci torto.