Achraf Hakimi è stato uno dei protagonisti del 19^ scudetto dell'Inter. Partito un po’ a rilento, si è pian piano ambientato fino a diventare un elemento fondamentale nello scacchiere di Antonio Conte: 35 presenze in campionato, condite da 7 gol e 9 assist. L’allenatore italiano, come ha spiegato in una lunga intervista a Sportweek, è stato fondamentale per il suo arrivo a Milano, così come lo sarà per il futuro della società nerazzurra.
"Conte mi fece sentire importante"
Ancora nitido il ricordo della sua prima telefonata: “Mi chiamò per dirmi che mi voleva. Mi fece sentire importante. Poi, sì, disse pure che avremmo vinto. Parlammo tanto e, visto come è andata, posso dire di aver fatto la scelta giusta”.
"Un ciclo che ci porrterà a dominare in Italia e in Europa"
E anche se l’Inter non è decisamente partita con il piede giusto, vedi l’eliminazione precoce ai gironi di Champions, l’esterno marocchino è sicuro che si possa aprire un ciclo: “Qui c’è un progetto che inizia con l’arrivo di Conte e di giocatori giovani. Se proseguirà, potremo appunto aprire un ciclo che ci porterà a dominare in Italia e in Europa”.
"Barella e Bastoni mi hanno colpito"
Di giovani (e italiani) che l’hanno lasciato a bocca aperta ce ne sono due in particolare: “Per come gioca, per lo spirito che ci mette, mi piace molto Barella. Va sempre avanti, ha passione, cuore. Un altro è Bastoni, per la tranquillità del suo gioco e la qualità nel trattare la palla”.
Infine, un commento sul rivale rossonero Theo Hernandez: “Non ci è mai venuto in mente di confrontarci. Qualche volta ci siamo visti, qui a Milano. In campo siamo avversari, fuori amici. Ci conosciamo da tanto”.
L'INTERVISTA COMPLETA SULL'EDIZIONE ODIERNA DI SPORTWEEK