Dagli inizi in pizzeria agli esordi da procuratore. È partito tutto da Haarlem. Viaggio alle origini di Mino Raiola
Lorenzo Cascini 11 Marzo 2022La carriera di Raiola è partita dall’ HFC Haarlem. Prima lavorava nel ristorante di famiglia. E non è il solo ad aver iniziato lì
Saper cogliere un’occasione al volo e usarla per cambiare vita. In Olanda direbbero Voorbestemd. Predestinato. Anche se a lui, in qualunque lingua glielo si dica, il messaggio arriva in ogni caso forte e chiaro. Ne parla sette. Italiano (la sua famiglia viene da Angri, in provincia di Salerno), francese, tedesco, inglese, spagnolo, portoghese e ovviamente olandese. Diventa quindi fondamentale e inizia ad occuparsi delle traduzioni al fianco del procuratore Rob Jansen. Il primo fu Arthur Numan, dall’Haarem al Twente, poi gestirà il trasferimento di Bryan Roy al Foggia e sarà l’interprete nelle traduzioni che porteranno ai trasferimenti di Jonk e Bergkamp dall’Ajax all’Inter. Su queste ultime due trattative c’è una curiosità: una volta chiuso l’affare Mino festeggiò la chiusura dei trasferimenti al suo nuovo ristorante, il Cafè Doria. La piazza è sempre la stessa.

L’Haarlem non è stata però la prima volta solo di Raiola. C’è infatti un altro ragazzo, che poi ha fatto le fortune del Milan di Capello, che è partito da qui. Un certo Ruud Gullit, che nel 1979 esordì in Eredivisie proprio ad Haarlem. L’allenatore? Lo stesso Barry Hughes di cui sopra. Un gallese e un olandese che si intendono a meraviglia, uno in panchina, l’altro in campo. Quell’olandese tutto giocate e fantasia che ha fatto impazzire per tre anni la città, prima di passare al Feyenoord. Diciassette anni e non sentirli. Ruud è già devastante e lascia tutti a bocca aperta. Il resto è storia nota.

Haarlem è stata quindi per anni un’isola felice per chi voleva emergere e crescere. Opportunità e una giusta filosofia, tra canali meravigliosi e mulini a vento. Peccato per la squadra di calcio, che meritava una sorte migliore. Rimpianto. Intanto Ruud e Mino ringraziano. Entrambi sono rimasti legati. Il primo condivide di tanto in tanto post sui social in cui si trova in città, il secondo è ancora proprietario delle mura di quei tanti locali in piazza da cui tutto è partito. Mai dimenticarsi da dove si arriva. Ce lo insegnano le loro storie.