Gravina: “I dati economici del calcio sono impietosi. Nella Nazionale c’è talento, ma non si crede nei giovani”
Le parole del presidente federale Gravina ai microfoni di Sky
Gabriele Gravina interviene a Sky per parlare del modo in cui il calcio sia stato fortemente penalizzato dalla pandemia da Covid-19. Le parole, che caratterizzano il suo intervento a Sky, analizzano il momento difficile che l’Italia sta attraversando in questo periodo storico.
Gravina: “I dati economici durante la pandemia sono impietosi”
Ai microfoni di Sky, il presidente della FIGC, Gravina ha analizzato la situazione disastrosa economica: “I dati sono impietosi. I dati diventano una sorte di monito per tutto quello che successo durante la pandemia. Negli ultimi dodici anni il nostro di calcio ha perso un milione di euro al giorno. Il 79% delle nostre società hanno chiuso in perdita. Il nostro mondo ha raddoppiato il debito e quello che colpisce è che nonostante la costante perdita il costo del lavoro è aumentato in maniera spropositata e impatta sulla produzione. Il Covid ha esacerbato queste difficoltà. Bisogna mettere sotto controllo i costi, perchè l’indebitamento complessivo è collegato all’aumento del costo del lavoro. Noi abbiamo proposto la discussione sull’indice di liquidità. Fino a quando sarò presidente di questa federazione, proporrò diverse soluzioni per risolvere questo problema. Questa è una legge di mercato piuttosto incerta. Tuttavia ci sono diverse proposte, perchè entro il 28 luglio vorrei avanzare delle soluzioni su piano triennale“.
Gravina: “Il Covid ha esacerbato la carenza economica prima della pandemia”
Secondo Gravina questa situazione ha un solo responsabile ed è da rintracciare nella pandemia da Covid: “C’è davvero una sorte di miopia nel non voler prendere coscienza in un insieme di azioni che bisogna prendere per rivoluzionare la politica gestionale di una società. Il Covid ha esacerbato la carenza economica prima della pandemia. Il debito non porta al fallimento delle società, ma la mancanza di liquidità, sì. Se non pensiamo a soluzioni di rateizzazione dei costi di gestione, andremo incontro all’anticamera della pre-fallibilità. La politica dell’indice di liquidità è stata molto apprezzata e si fonde su tre pilastri: la solvibilità, la politica della stabilità e la politica del contenimento dei costi. La verità è che bisogna entrare in una visione diversa. Se noi pensiamo di fare simulazioni con alcuni parametri, adotteremo una politica perversa che dobbiamo cambiare. L’indice di liquidità da 0,6% a 0,8% in tre anni è un obiettivo. Un sistema come quello calcistico ha un impatto importante nel paese. Sono convinto che un mondo del calcio sano diventa anche credibile. Dobbiamo prendere coscenza con gradualità tutti gli indicatori, che devono essere identici nel mondo professionistico. Questo è un altro passaggio storico su cui stiamo lavorando“.
Gravina: “Il talento c’è, ma non si crede nei giovani”
Spostandoci sull’argomento più prettamente calcistico, Gravina afferma come il talento nella Nazionale ci sia, nonostante il doppio fallimento mondiale. Purtroppo non si crede nel giovani:
“Il talento c’è e lo dimostra lo stage che Mancini ha voluto organizzare un paio di mesi fa. 54 giovani della B e della A hanno avuto la possibilità di vivere 2 giorni per dare indicazioni al nostro allenatori. Questi 54 ragazzi possono militare nel campionato principale del nostro paese, ma giocano poco. Se non diamo esperienza ai giovani e pensiamo all’immediatezza del risultato, non abbiamo visione. C’è una dispersione del talento, non si ha voglia e non si crede nel giovani. Noi abbiamo un esempio che dimostra il contrario che è Tonali, che dopo un anno difficile al Milan, è riuscito a emergere“.
Gravina: “Il futuro è già oggi”
Gravina spiega cosa serve alla Nazionale per poter cercare il riscatto sportivo nel medio lungo termine: “Il futuro è già oggi. Alcune cosa sono di grande attualità. Mi piace l’idea dell’appredistato che la Lega Pro ha avviato. Auspichiamo che anche la C, la B e la A possano far ricorso a questo istituto. C’è un dato, relativo all’1,5% degli Under 21 utilizzati in Serie A, che naturalmente ci fa preoccupare e che combattuto. Questo dimostra che si crede poco nei giovani”.
Quindi prosegue: “Ci stiamo impegnando in alcune iniziative importanti. Abbiamo coinvolto 5 professionisti, nonchè direttori sportivi del nostro campionato in un gruppo di lavoro, coordinato da un altro tecnico coordinato esperto che lavora in Italia con un’importante società di A. Diventerà un nostro coordinatore nazionale tecnico dei settori giovanili scolastici con una serie di coordinatori regionali. Stiamo cercando di creare delle accademie sul territorio. Tutto questo va coadiuvato a un ampliamento dell’attività di scouting. E qui serve un’importante attività da parte delle società di calcio“