Dietro quell'espressione severa si nascondeva uno spessore, una classe e un'ironia fuori dal comune. Giuseppe Gazzoni Frascara per tanti a Bologna è stato “Il presidente”.
L'ultimo, e l'unico nella storia recente, a dare la possibilità concreta ai bolognesi di sognare. Con lui sotto le Due Torri sono arrivati Signori, Baggio, Pagliuca, due semifinali di Coppa Italia, una di Coppa Uefa e la conquista dell'Intertoto.
E' stato uno dei pochi presidenti ad aver ricevuto le scuse dalla sua tifoseria che qualche anno prima lo aveva duramente contestato. In curva prima di una partita nel 2015 apparve uno striscione: “Scusaci...bentornato presidente”. “E pensare che contestavamo Gazzoni” è una frase che sotto i portici si ripete continuamente. Il bolognese tende ad affogarsi nei rimpianti e negli ultimi anni, ricordando quel periodo, a prevalere tra gli umori della tifoseria rossoblu sono stati più i sensi di colpa che altro. Mai una parola fuori posto, mai un gesto di maleducazione: un signore, come quello che fu il suo grande amico, l'avvocato Gianni Agnelli.
Destini, che lo hanno portato a cena con alcuni e in tribunale con altri. Fu il primo a denunciare le macchie di calciopoli nel 2006. Quella triste pagina del nostro calcio: “avete rubato il mio sogno” disse più volte, parlando del suo Bologna “scientificamente penalizzato sul campo”. Non ottenne mai né i risarcimenti e né la riconoscenza per quella battaglia portata avanti. Ma la giustizia si. E se quello di oggi è un calcio migliore rispetto a quello di 15 anni fa, lo dobbiamo a persone come lui.
A cura di Alessio De Giuseppe
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