Detto fatto. @giovanni_iltrap sbarca sui social: da ottobre a oggi, oltre 100mila followers su Instagram e un ruolo reinventato attraverso Riccardo. “Per prima cosa gli ho creato un sito web. Poi ho proposto la sfida social alla famiglia, ma all’inizio non è stato facile superare le perplessità”. Per un nuovo mondo che mangia, spara a zero, ridicolizza: il rischio che uno degli allenatori più cult del nostro calcio diventasse una macchietta del web era elevato. “Già, ma l’avevo preparata bene. Attraverso una strategia di storytelling che valorizza il passato di mio nonno e soprattutto fa scoprire chi è dietro le quinte. Il personaggio che ne emerge è un Giovanni Trapattoni fuori dal campo ancora capace di insegnare e trasmettere dei valori con simpatia”.
E lui come l’ha presa? “Ci ha messo un po’ a mettersi a suo agio, conosceva il pc e internet ma non li usava perché non gli servivano. Però ormai è lanciato, partecipa attivamente: io magari gli do l’input, ridiamo e scherziamo insieme e attraverso l’interazione vengono le idee. -È incredibile quanto questi social mi mettano in contatto con i miei fan-. I messaggi che arrivano sono tantissimi, impossibile rispondere a tutti. Ma glieli leggo e lui ci vuole provare. -Dai, digli questo, rispondigli quell’altro!-”. L’entusiasmo di un bambino. “Ci tengo a dire che dietro a questo progetto nessuno ci guadagna nulla”, continua il nipote del Trap. “È solo una bellissima sfida”.
Tutto si gioca sul filo dell’equilibrio. “L’approccio utilizzato è sempre all’insegna dell’autoironia, come Trapattoni era nelle conferenze stampa. Ha sempre portato con sé una componente popolare: dall’uso di detti e metafore agli errori grammaticali nelle lingue straniere. Non si tratta solo di prendersi in giro, c’è anche qualcosa di più profondo che magari tanti non colgono”. La base nascosta dei suoi 22 trofei da allenatore. “Anche con la sua entrata su Instagram abbiamo cercato di sottolineare un processo: un ottantenne che all’inizio non conosce il mondo dei social, lo scopre pian piano e poi inizia ad avere quei problemi tipici delle nuove generazioni”.
“-Ecco, non funziona il Wi-fly!-, si è lamentato con me una volta”. Spot geniale. “E poi l’ossessione con gli hashtag, il piacere della scoperta. Attraverso l’autoironia il prodotto ha un taglio apprezzato e da lì si possono costruire anche contenuti più seri e racconti di vita. Proprio perché mio nonno vuole lasciare ancora qualcosa ai più giovani”.
Giuanin cavalca l’onda, fresco di un compleanno festeggiatissimo anche sui social. “Il risultato globale è stato bellissimo e lui si è emozionato tanto. -Guarda questi 80 anni inaspettati, nella rivoluzione digitale-. Si è sentito molto vicino alla gente. Domenica abbiamo fatto tutto in famiglia, ma quanti messaggi, quante telefonate”. E poi ci sono stati gli ‘eventi mondani’. “Già, lo speciale su Sky, la canzone ‘trap col Trap’ di Shade. Uno dei miei lavori è stato anche organizzare l’ottantesimo in questo modo, all’insaputa del nonno. Sorpresa riuscita!”.