Da Vercelli a Torino. Un viaggio lungo circa 80 km, percorsi ogni giorno, per raggiungere da casa il centro sportivo. Corse per il treno e pullman presi al volo. Tutto per inseguire un sogno: diventare calciatore. E Giovanni Graziano ci è riuscito. Identikit: mediano, classe '95, forte fisicamente e abile negli inserimenti. Talento forgiato nelle giovanili del Toro. A scuola da Moreno Longo, suo allenatore per 4 anni, fino all'esordio in Europa League con Ventura. Stop. Rewind: 11 dicembre 2014, Copenaghen-Torino, ultima giornata del girone B. Allo stadio Parken la temperatura è glaciale. Ma c'è un giovane che il freddo non lo sente. A scaldarlo è il cuore che batte a mille. Ventura lo chiama dalla panchina: "Togli la tuta ragazzo, entri in campo".
Al 66' fuori El Kaddouri, dentro Giovanni Graziano. In un attimo tutti i viaggi andata e ritorno Vercelli-Torino sono un ricordo lontano. Esiste solo il campo e le emozioni: "E' stato il momento più bello della mia vita - racconta il centrocampista classe '95 ai microfoni di gianlucadimarzio.com. E' successo tutto molto velocemente. Soltanto la sera prima mi dissero che sarei partito con la prima squadra. Non ho avuto neanche il tempo di realizzare. C'erano anche altri ragazzi della Primavera, ma l'allenatore scelse di mandare me in campo. Un'emozione unica".
Il regalo perfetto dopo anni di sacrifici. Dieci vissuti nelle giovanili della squadra di Cairo, tre di questi in Primavera: "Ho dei ricordi bellissimi di quella esperienza. Dallo scudetto Primavera vinto nel 14/15 al mio gol che decise il derby con la Juventus a Vinovo". Gli insegnamenti di Longo hanno reso grande Graziano: "Mi ha trasmesso tanto, sia sotto il profilo psicologico che calcistico. Con lui ho imparato la dedizione al lavoro, al sacrificio e sono cresciuto". Maestro di calcio e di vita. Da Longo a Ventura, per il centrocampista classe '95 due ritiri estivi in prima squadra. Fra lunghe sedute atletiche e allenamenti con i grandi, affrontati... rasato a zero: "Era il rito di iniziazione a cui ogni giovane della Primavera doveva sottoporsi. Maxi Lopez prendeva il rasoio e ci tagliava tutti i capelli".
Tempo per rilassarsi e soprattutto per lavorare, con i consigli di Quagliarella: "E' quello che più di tutti mi ha impressionato. In allenamento faceva delle giocate incredibili, ha dei numeri pazzeschi. E' un campione e ancora oggi lo sta dimostrando. Durante il ritiro, a cena, mi disse che non dovevo preoccuparmi se sarei sceso in Serie C a far gavetta. Avrei dovuto solo pensare a giocare e migliorare".
Quagliarella docet. Primavera con Gomis, Barreca e Parigini alle spalle. Graziano parte dalla Serie C: "Ho vissuto l'ultimo anno al Torino da fuori quota. E negli ultimi sei mesi, anche a causa di qualche infortunio, ho giocato poco. Non ero ancora pronto per il grande salto. Sentivo che avevo bisogno di ritrovare continuità, per questo ho accettato la terza serie". Stagione 15/16, prima tappa: Renate. "Sono arrivato in prestito. Non è stato facile approcciarmi ai professionisti, ma pian piano mi sono ritagliato il mio spazio. E nella seconda stagione sono diventato titolare". Poi l'occasione Teramo. In Abruzzo, Graziano ha ritrovato Antonio Asta: "E' stato allenatore della Primavera del Toro quando giocavo negli Allievi. Mi conosceva calcisticamente, ma non avevamo mai parlato. La sua presenza è stata comunque fondamentale per il mio approdo in squadra".
La scorsa estate, dopo il terzo anno in C, Graziano si ritrova svincolato: scaduto il contratto con il Torino. Serviva ripartire, ancora una volta: "Ho vissuto un'estate difficile. Ho perso lo status di under e non ho rinnovato con la squadra di Cairo. Ma era una scelta che mi aspettavo, per stare in Serie A devi avere determinati numeri". Sul gong del calciomercato, la svolta: il progetto Gozzano: "E' una società seria e importante. Nell'ambiente c'era un po' di scetticismo iniziale sulla stagione, perché la squadra viveva il suo primo anno fra i professionisti. Ma insieme ai compagni e a mister Soda siamo riusciti a conquistare la salvezza con tre giornate di anticipo".
Per Graziano doppia gioia. Nella scorsa gara con la Carrarese, persa per 2-1, il Gozzano ha comunque festeggiato la salvezza. E il centrocampista ha totalizzato la sua centesima presenza in Serie C: "Questo è il mio quarto anno. E' un campionato di livello, con squadre forti e giocatori importanti. Sono orgoglioso del mio percorso". Un bagaglio di ricordi e tanta esperienza, che Graziano si è portato in terza serie. Fra presente e obiettivi futuri: "Un calciatore deve sempre puntare in alto. Già riuscire a essere qui e giocare con continuità sarebbe una grande soddisfazione. Salire di categoria è il mio obiettivo. Ma per il momento a Gozzano sto bene e mi godo il momento". Niente più treni e pullman, adesso il sogno di diventare calciatore è diventato un lavoro. Le 100 presenze in C lo testimoniano. Con sacrifici e dedizione, l’importante è fare sempre ciò che si ama. Quagliarella aveva proprio ragione.
Di Oscar Maresca