Non può essere andato via in silenzio. Perché per 75 anni Giampiero Galezzi è stato sopratutto una voce.
Probabilmente per quelli cresciuti tra gli anni ‘80 e il 2000 è stata la voce. Sempre colorita, mai sopra le righe. Ha accompagnato i sogni degli atleti (come i fratelli Abbagnale a Seul nel 1988) e i sonni degli italiani (l’oro di Rossi e Bonomi è arrivato nella notte italiana di Sydney 2000). “Vai Antonio”, gridava a perdifiato per spingere la barca azzurra in quell’indimenticabile volata del canottaggio.
Lui, Giampiero, che proprio di quello sport è stato campione italiano nel singolo nel 1967. E le sue parole, utilizzate per raccontare le gesta della imbarcazioni italiane tra mondiali e Olimpiadi, erano i colpi che si affiancavano a quelli dei canottieri azzurri a caccia dì medaglie.
Era il primo a commuoversi per le grandi imprese, il primo a trascinare: una sorta di motivatore in un’epoca in cui di mental coach non ne aveva mai sentito parlare nessuno.
GIORNALISTA PIONIERE
L’acqua è sempre stato il suo elemento, ma non solo per il canottaggio. Il 10 maggio 1987, infatti, allo stadio che ancora si chiamava San Paolo, di barche, remi e corsie non c’era nemmeno l’ombra.
Eppure Bisteccone - come venne simpaticamente soprannominato da Gilberto Evangelisti per via della sua mole - si ritrovò zuppo dalla testa ai piedi. Merito (o colpa) dell’intera squadra del Napoli, fresca campione d’Italia per la prima volta nella sua storia.
Galeazzi, pioniere delle interviste a bordocampo, divenne il principale oggetto del divertimento degli azzurri nella festa scudetto negli spogliatoio. Gavettoni, docce gelate e chi più ne ha più ne metta: tutto in diretta tv, sempre con il microfono in mano per non perdersi nemmeno una battuta.
Inviato, conduttore tv e telecronista: la vita di Giampiero Galeazzi è stata scandita dai rimbalzi di un pallone o dai colpi in acqua dei remi di una barca. Sempre lì: in prima linea a raccontare tutto dal primo al "90º minuto", nome della trasmissione Rai che poi è diventata la sua casa.
Grazie alla sua simpatia, la sua ironia e la sua competenza è riuscito ad abbracciare generazioni di sportivi e di appassionati. Proprio come la Settimana Enigmistica può vantare centinaia di imitazioni. Tra le più celebri, quella di Nicola Savino che scandiva gli sketch di “Mai dire gol” al suono della voce roca e inconfondibile di Galeazzi.
Da oggi in poi per ricordarlo ci basterà chiudere gli occhi: “Ancora cento metri Antonio”, la voce di Giampiero penserà al resto.